Chiesa di San Salvatore

La chiesa presenta una struttura distintiva con pareti in tufo e pietra a vista. Il tetto è a due falde con copertura in Coppi. L’interno è caratterizzato da pareti in tufo a vista e un pavimento in cotto antico. Questa chiesa è a navata singola e ospita affreschi del Settecento. Nell’abside si trova un affresco raffigurante Cristo tra la Vergine Maria a sinistra e San Giovanni Battista a destra. Sebbene lo stile artistico non sia di derivazione bizantina, l’iconografia dei Santi rappresentati richiama il concetto greco di “Deesis”, che è diffuso in Oriente. Sul pilastro a sinistra del presbiterio si trova un affresco raffigurante l’Arcangelo Raffaele con Tobia, mentre sul lato destro è rappresentata l’immagine di un vescovo, accanto a un passaggio che conduce alla sacrestia. All’interno della chiesa, spicca una passerella in mattoni decorati che si estende fino all’altare.Esternamente, la chiesa è costruita in muratura portante e pietra locale, comunemente chiamata tufo, a vista, con un tetto a doppia falda. Sulla porta d’ingresso, restaurata dal professore Massimo Bertolini, è presente una finestra a forma di croce e un campanile. La croce segue uno stile greco, suggerendo una possibile connessione con gli Ordini Templari, poiché Matera ospita diversi luoghi di culto associati a questi ordini.

Notizie storico-critiche

Nel XI secolo sorgeva un monastero chiamato San Nicola de Timaris, che nel 1310 fu trasformato in un monastero benedettino dedicato al Santissimo Salvatore. Dopo l’abbandono dei monaci benedettini, l’unica struttura ancora rimasta è la chiesa, insieme a un locale dismesso e a una torre campanaria con feritoia. Per evitare che la chiesa cadesse in rovina, l’Arcivescovo di Acerenza e Matera, monsignor Lanfreschi, nel XVIII secolo affidò alla Confraternità del Confalone il compito di gestirla e abbellirla, chiamando sacerdoti per celebrare messe solenni. Nel 1754 fu restaurata la facciata esterna, dotandola di un arco a sesto acuto e aggiungendo un campanile a vela.

Tipo Scheda SCAN
Livello Catalogazione P
Codice Regione
Numero Catalogo Generale
Ambito di tutela MIC Architettonico o Paesaggistico
Categoria Generale BENI IMMOBILI
Settore Disciplinare Beni architettonici e paesaggistici
Tipo di Bene Culturale Architettura
Categoria Disciplinare ARCHITETTURA RELIGIOSA
Definizione del Bene chiesa
Tipologia/Altre specifiche
Denominazione/Titolo Chiesa di San Salvatore
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia MT
Comune Matera
Indirizzo Matera – Località Timmari C.da Timmari
Denominazione contenitore fisico
Collezione
Coordinata x 16.490757
Coordinata y 40.656574
Riferimento
Fascia cronologica/periodo XIV
Da
Validità
A
Validità
Caratteri ambientali (beni mobili) La città di Matera si è sviluppata nel corso dei millenni in continuità temporale e spaziale come forma di compromesso tra uomo e natura e l’aspetto attuale della città risulta da un processo insediativo lungo e complesso, che può essere analizzato a partire dai segni impressi sul paesaggio e dagli elementi che lo caratterizzano. La morfologia rupestre del sito ha reso possibile che diventasse un palinsesto straordinario di stratificazioni insediative già dal II millennio a.C. fino alla piena età medievale. Numerosi furono gli elementi che ne favorirono la frequentazione umana: la sua posizione strategica tra Mar Ionio e Mar Adriatico, il suo essere naturalmente difesa, la prossimità di sorgenti fluviali, la presenza di terreni fertili e adatti all’allevamento, nonché di grotte naturali, che si formarono dall’erosione meccanica e dalla corrosione della calcarenite plio-pleistocenica. Lo sviluppo dei Sassi è avvenuto sul versante destro della forra stretta e profonda del torrente Gravina, assecondando l’acclività del terreno, attraverso un sistema di gradinate multiple, integrando i terrazzi naturali con muraglioni a strapiombo sulla Gravina, con pareti verticali, parallele al ciglio della forra e subordinatamente all’asse dei due grabiglioni, due corsi d’acqua che furono regimentati nel corso degli anni ‘20 del 1900. Nel centro storico, nei pressi del Castello Tramontano e in Piazza San Francesco, le prime fasi di popolamento risalgono al Neolitico in un’area di leggera altura favorevole all’insediamento umano. Dal piccolo nucleo insediato sulle balze scoscese del colle Civita, Matera si è poi originata prevalentemente in epoca altomedievale con la costruzione delle fortificazioni; dal 1700-1800 ha subito, con l’espansione demografica, una forte regressione nelle condizioni di vita delle masse, costrette a occupare ogni cavità esistente e a convivere con le bestie, fino all’abbandono e all’attuale trasformazione di case ad uso residenziale in esercizi ricettivi.
Descrizione del bene La chiesa presenta una struttura distintiva con pareti in tufo e pietra a vista. Il tetto è a due falde con copertura in Coppi. L’interno è caratterizzato da pareti in tufo a vista e un pavimento in cotto antico. Questa chiesa è a navata singola e ospita affreschi del Settecento. Nell’abside si trova un affresco raffigurante Cristo tra la Vergine Maria a sinistra e San Giovanni Battista a destra. Sebbene lo stile artistico non sia di derivazione bizantina, l’iconografia dei Santi rappresentati richiama il concetto greco di “Deesis”, che è diffuso in Oriente. Sul pilastro a sinistra del presbiterio si trova un affresco raffigurante l’Arcangelo Raffaele con Tobia, mentre sul lato destro è rappresentata l’immagine di un vescovo, accanto a un passaggio che conduce alla sacrestia. All’interno della chiesa, spicca una passerella in mattoni decorati che si estende fino all’altare.Esternamente, la chiesa è costruita in muratura portante e pietra locale, comunemente chiamata tufo, a vista, con un tetto a doppia falda. Sulla porta d’ingresso, restaurata dal professore Massimo Bertolini, è presente una finestra a forma di croce e un campanile. La croce segue uno stile greco, suggerendo una possibile connessione con gli Ordini Templari, poiché Matera ospita diversi luoghi di culto associati a questi ordini.
Apparato iconografico/decorativo
Iscrizioni/elementi di rilievo
Contesto di provenienza
Classificazione/repertorio/sistematica
Notizie storico-critiche Nel XI secolo sorgeva un monastero chiamato San Nicola de Timaris, che nel 1310 fu trasformato in un monastero benedettino dedicato al Santissimo Salvatore. Dopo l’abbandono dei monaci benedettini, l’unica struttura ancora rimasta è la chiesa, insieme a un locale dismesso e a una torre campanaria con feritoia. Per evitare che la chiesa cadesse in rovina, l’Arcivescovo di Acerenza e Matera, monsignor Lanfreschi, nel XVIII secolo affidò alla Confraternità del Confalone il compito di gestirla e abbellirla, chiamando sacerdoti per celebrare messe solenni. Nel 1754 fu restaurata la facciata esterna, dotandola di un arco a sesto acuto e aggiungendo un campanile a vela.
Data Rilevamento
Attore sociale/collettivo
Occasione
Periodicità
Data inizio
Data fine
Note
Materia/tecnica-materiale composito
Interesse culturale bene di interessi culturare non verificato
Bibliografia/sitografia https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/70858/Chiesa+del+Santissimo+Salvatore+a+Timmari
Scheda SCAN
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