L’edificio, in origine intitolato a Santa Maria La Nova, fu costruito verosimilmente a partire dal 1233, anno in cui un documento tramandato dal Codice Diplomatico di Matera (Panarelli 2008) attesta la nomina da parte delle Monache di Accon – qui insediate per volontà del vescovo Andrea – di un procuratore generale per gestire le questioni economiche legate alla fabbrica della chiesa (Panarelli 2012, pp. 46-47). L’accesso alla fabbrica, originariamente situato lungo il muro perimetrale ovest, attualmente è costituito dal un portale monumentale realizzato lungo il fianco sud. I lavori di ripristino dell’area eseguiti nel 1793 hanno apportato alcune modifiche al prospetto meridionale, addossando alla facciata una fodera ad arconi con nicchia centrale che accoglie la statua di S. Giovanni Battista (Foti 1996). Allo stesso programma di interventi sono da attribuite la costruzione del campanile e l’inserimento degli arconi di contrafforte. L’interno ha pianta a tre navate, con transetto non aggettante, divise da pilastri polistili che sorreggono capitelli con decorazioni fitomorfe e antropomorfe. Gli elementi scultorei trovano un confronto con quelli della Cattedrale e di S. Domenico, a Matera, e si riallacciano al modello leccese dei Ss. Nicolò e Cataldo, dal quale sembra ripreso anche l’impianto. Lungo i muri perimetrali corre un ballatoio accessibile tramite un sistema di scale di cui resta integra quella della navata destra, ricavata nello spessore della muratura. A nord della chiesa erano ubicate, probabilmente, le fabbriche conventuali, oggi del tutto scomparse. Nel 1480, il trasferimento delle Monache presso il convento della Santissima Annunziata al Piano determina l’abbandono dell’edificio fino al XVII secolo, quando la costruzione dell’hospitium, nel 1610, porta al ripristino delle strutture ecclesiastiche. L’ultima fase edilizia si registra alla fine del XVII secolo con il trasferimento, nel sito, della Parrocchia di San Giovanni (1695).
Notizie storico-critiche
Secondo le fonti documentarie un primitivo impianto della chiesa potrebbe risalire ad una data precedente al 1204, anno in cui un atto notarile testimonia una vendita effettuata ad Angelo de Ulmis Abbati ecclesie Sante Marie Nove (Panarelli 2012, p. 43). I sondaggi condotti nel 1969 all’interno della chiesa documentano la presenza di un basamento in blocchi di tufo che potrebbe rappresentare il livello pavimentale della fabbrica in una fase precedente la costruzione delle strutture attuali; i dati a sostegno di tale interpretazione risultano, tuttavia, insufficienti. A tal proposito si segnala che le indagini archeologiche condotte nel 2007 hanno permesso di intercettare, a ca. -1 m dall’attuale calpestio, il piano di posa delle fondazioni, rappresentato dalla cava di estrazione del materiale da costruzione per la chiesa. La stratigrafia messa in luce sembra escludere che l’edificio s’imposti su precedenti livelli di fondazione (Foti 1996, p. 102; Marchetta 2008, p. 25); l’analisi dei reperti rinvenuti nel riempimento della cava rimanda ad un ambito cronologico non anteriore alla metà del XIII secolo. Gli scavi archeologici più recenti hanno inoltre evidenziato la presenza, presso la chiesa di S. Giovanni Battista, di un locale ipogeo realizzato attraverso il riutilizzo di tredici fosse granaie. Queste ultime sono identificabili con i foggiali noti dalle fonti (Ughelli 1721, t. VIII coll. 40), preesistenti alla chiesa (Sogliani, Marchetta 2012, p. 224) e da cui deriva il toponimo, diffuso dal XIII secolo, di S. Maria ai Foggiali. La costruzione dell’edificio di culto in un’area occupata da tali strutture testimonia l’importante ruolo socio-economico rivestito dalla chiesa di S. Maria la Nova in epoca medievale.
Tipo Scheda | SCAN |
Livello Catalogazione | P |
Codice Regione | |
Numero Catalogo Generale | |
Ambito di tutela MIC | Archeologico |
Categoria Generale | BENI IMMOBILI |
Settore Disciplinare | Beni archeologici |
Tipo di Bene Culturale | Monumenti archeologici |
Categoria Disciplinare | STRUTTURE PER IL CULTO |
Definizione del Bene | edificio di culto |
Tipologia/Altre specifiche | |
Denominazione/Titolo | Chiesa di San Giovanni Battista (già Santa Maria La Nova) |
Stato | Italia |
Regione | Basilicata |
Provincia | MT |
Comune | Matera |
Indirizzo | Via S. Biagio, snc |
Denominazione contenitore fisico | |
Collezione | |
Coordinata x | 16.607948 |
Coordinata y | 40.667712 |
Riferimento | anno di realizzazione |
Fascia cronologica/periodo | XIII |
Da | 1233 |
Validità | |
A | |
Validità | |
Caratteri ambientali (beni mobili) | Il sito è ubicato nel centro urbano di Matera che rappresenta un palinsesto straordinario di stratificazioni insediative; la sua posizione, strategica rispetto agli assi di transito tra Ionio e Adriatico, la morfologia del territorio e la prossimità di alcune sorgenti fluviali, fra le quali quella copiosa dello Jurio, hanno favorito la frequentazione umana già in età molto remota, garantendo ampie possibilità di difesa e di sfruttamento economico dei paesaggi. Dal punto di vista geo-morfologico, il comprensorio materano è caratterizzato dalla stretta e profonda forra della Gravina nell’altipiano carsico della Murgia, roccia calcarenitica sedimentaria, di natura friabile, sede favorevole degli insediamenti in grotta sin dall’Età preistorica. L’area occupata dal nucleo insediativo antico è costituita dallo sperone della Civita che sovrasta due valloni naturali, a nord il Sasso Barisano e a sud il Sasso Caveoso. L’assetto urbanistico attuale deriva dalla sistemazione di età normanno-sveva e poi angioina delle mura, rintracciabile dall’analisi della cartografia storica e delle foto aeree e satellitari. Tale sistemazione prevedeva l’utilizzo delle difese naturali costituite dal versante a strapiombo della Gravina ad est e il consolidamento del tracciato attorno alla Civita. |
Descrizione del bene | L’edificio, in origine intitolato a Santa Maria La Nova, fu costruito verosimilmente a partire dal 1233, anno in cui un documento tramandato dal Codice Diplomatico di Matera (Panarelli 2008) attesta la nomina da parte delle Monache di Accon – qui insediate per volontà del vescovo Andrea – di un procuratore generale per gestire le questioni economiche legate alla fabbrica della chiesa (Panarelli 2012, pp. 46-47). L’accesso alla fabbrica, originariamente situato lungo il muro perimetrale ovest, attualmente è costituito dal un portale monumentale realizzato lungo il fianco sud. I lavori di ripristino dell’area eseguiti nel 1793 hanno apportato alcune modifiche al prospetto meridionale, addossando alla facciata una fodera ad arconi con nicchia centrale che accoglie la statua di S. Giovanni Battista (Foti 1996). Allo stesso programma di interventi sono da attribuite la costruzione del campanile e l’inserimento degli arconi di contrafforte. L’interno ha pianta a tre navate, con transetto non aggettante, divise da pilastri polistili che sorreggono capitelli con decorazioni fitomorfe e antropomorfe. Gli elementi scultorei trovano un confronto con quelli della Cattedrale e di S. Domenico, a Matera, e si riallacciano al modello leccese dei Ss. Nicolò e Cataldo, dal quale sembra ripreso anche l’impianto. Lungo i muri perimetrali corre un ballatoio accessibile tramite un sistema di scale di cui resta integra quella della navata destra, ricavata nello spessore della muratura. A nord della chiesa erano ubicate, probabilmente, le fabbriche conventuali, oggi del tutto scomparse. Nel 1480, il trasferimento delle Monache presso il convento della Santissima Annunziata al Piano determina l’abbandono dell’edificio fino al XVII secolo, quando la costruzione dell’hospitium, nel 1610, porta al ripristino delle strutture ecclesiastiche. L’ultima fase edilizia si registra alla fine del XVII secolo con il trasferimento, nel sito, della Parrocchia di San Giovanni (1695). |
Apparato iconografico/decorativo | |
Iscrizioni/elementi di rilievo | |
Contesto di provenienza | Sondaggi e interventi di restauro eseguiti nel 1994 dalla Soprintendenza Archeologica; scavo archeologico condotto nel 2007 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata (direzione Annamaria Patrone), in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera (coordinamento Massimo Osanna, Francesca Sogliani). |
Classificazione/repertorio/sistematica | |
Notizie storico-critiche | Secondo le fonti documentarie un primitivo impianto della chiesa potrebbe risalire ad una data precedente al 1204, anno in cui un atto notarile testimonia una vendita effettuata ad Angelo de Ulmis Abbati ecclesie Sante Marie Nove (Panarelli 2012, p. 43). I sondaggi condotti nel 1969 all’interno della chiesa documentano la presenza di un basamento in blocchi di tufo che potrebbe rappresentare il livello pavimentale della fabbrica in una fase precedente la costruzione delle strutture attuali; i dati a sostegno di tale interpretazione risultano, tuttavia, insufficienti. A tal proposito si segnala che le indagini archeologiche condotte nel 2007 hanno permesso di intercettare, a ca. -1 m dall’attuale calpestio, il piano di posa delle fondazioni, rappresentato dalla cava di estrazione del materiale da costruzione per la chiesa. La stratigrafia messa in luce sembra escludere che l’edificio s’imposti su precedenti livelli di fondazione (Foti 1996, p. 102; Marchetta 2008, p. 25); l’analisi dei reperti rinvenuti nel riempimento della cava rimanda ad un ambito cronologico non anteriore alla metà del XIII secolo. Gli scavi archeologici più recenti hanno inoltre evidenziato la presenza, presso la chiesa di S. Giovanni Battista, di un locale ipogeo realizzato attraverso il riutilizzo di tredici fosse granaie. Queste ultime sono identificabili con i foggiali noti dalle fonti (Ughelli 1721, t. VIII coll. 40), preesistenti alla chiesa (Sogliani, Marchetta 2012, p. 224) e da cui deriva il toponimo, diffuso dal XIII secolo, di S. Maria ai Foggiali. La costruzione dell’edificio di culto in un’area occupata da tali strutture testimonia l’importante ruolo socio-economico rivestito dalla chiesa di S. Maria la Nova in epoca medievale. |
Data Rilevamento | |
Attore sociale/collettivo | |
Occasione | |
Periodicità | |
Data inizio | |
Data fine | |
Note | |
Materia/tecnica-materiale composito | |
Interesse culturale | |
Bibliografia/sitografia | Foti C. 1996, Ai margini della città murata. Gli insediamenti monastici di San Domenico e Santa Maria la Nova a Matera, Venosa., Derosa L. 2012, Storia di un edificio della Puglia storica. La chiesa di Santa Maria la Nova a Matera, in F. Panarelli (a cura di), Da Accon a Matera: Santa Maria la Nova, un monastero femminile tra dimensione mediterranea e identità urbana (XIII-XVI secolo), LIT Verlag Münster, 207-254., Marchetta I. 2008, Lo scavo in via San Biagio presso il sagrato della chiesa di San Giovanni Battista. Relazione preliminare, in R. Colucci et al., Un progetto di archeologia urbana a Matera. Ricerche preliminari per la redazione della Carta Archeologica di Matera (CAM) tra Antichità e Medioevo, Siris 9, 120-129., Sogliani F. – Marchetta I. 2012, Un contesto medievale di archeologia urbana: le indagini nell’area della chiesa di San Giovanni Battista a Matera, in F. Panarelli (a cura di), Da Accon a Matera: Santa Maria la Nova, un monastero femminile tra dimensione mediterranea e identità urbana (XIII-XVI secolo), 167-206., Panarelli F. 2012, “Le origini del monastero femminile di Santa Maria la Nova tra storia e storiografia”, in F. Panarelli (acura di), Da Accon a Matera: Santa Maria la Nova, un monastero femminile tra dimensione mediterranea e identità urbana (XIII-XVI secolo), LIT Verlag Münster, 1-58., Panarelli F. 2008, Il Fondo Annunziata (1237-1493). Codice Diplomatico di Matera, I, Fonti Medievali e moderne 15, Congedo, Galatina. , Kemper D. 1994, SS. Niccolò e Cataldo in Lecce als ein Ausgangspunkt für die Entwicklung mittelalterlicher Bauplastik in Apulien und der Basilicata (Manuskripte zur Kunstwissenschaft in der Wernerschen Verlagsgesellschaft 41), Worms., Ughelli F. 1721, Italia Sacra sive de Episcopis Italiae et Insularum Adiacentius, apud Sebastiano Coleti, Venetiis 1721, tomo VIII, coll. 38-40. |