La progettazione e realizzazione del catalogo dei beni materiali ed immateriali  è stata concepita partendo da quanto definito dagli standard ICCD per la catalogazione e la documentazione del patrimonio culturale (archeologico, architettonico, storico, artistico e etnoantropologico) presente nell’area geografica di sperimentazione e ricerca. Si è proceduto, a seguire, ad una revisione/riprogettazione delle basi dati coerentemente a quanto definito dall’analisi del patrimonio analizzato sul territorio di studio (UNIBAS-CNR), e alla conseguente progettazione di un geo-database (HSH) che rispondesse all’obiettivo di ottimizzare i processi connessi alla catalogazione del patrimonio culturale, assicurandone la qualità dei dati prodotti e la loro rispondenza agli standard de facto, presupposto questo indispensabile per un loro corretto utilizzo e per la loro condivisione (inter operabilità).

A garanzia della maggiore standardizzazione possibile, sono state utilizzate anche metodologie di “reverse engineering” per la costruzione del modello concettuale. Con raffinamenti successivi si è proceduto all’ottimizzazione, mediante normalizzazione, e/o all’integrazione degli oggetti emersi dalle specifiche esigenze progettuali. Il modello è stato strutturato su relazioni semantiche dei significati di ogni singola informazione/dato, permettendo di progettare agenti “intelligenti” in grado di riconoscere determinate informazioni semantiche e di svolgere specifiche operazioni in modo del tutto automatico.
L’intelligenza semantica è il paradigma alla base del Web 3.0 oggi in piena evoluzione. Tale visione dell’informazione permetterà, ad esempio, di organizzare un testo non solo in base alle parole che conterrà, ma in base al contenuto e al significato dello stesso. Un modello di interpretazione del contenuto permetterà ricerche più evolute delle attuali ed altre operazioni specialistiche come la costruzione di reti di relazioni e connessioni secondo logiche più elaborate.