Necropoli di Santa Maria la Nova
Nel corso dei lavori di riqualificazione e consolidamento di Via S. Biagio a Matera è stata messa in luce una porzione di una vasta area cimiteriale estesa a sud della chiesa di S. Giovanni Battista, in uno spazio inizialmente extra moenia, inglobato in età post-medievale nel tessuto urbano. La necropoli occupa l’area interessata dalla cava di estrazione del materiale da costruzione per la chiesa di S. Maria la Nova (attuale S. Giovanni Battista) ed ha restituito diversi livelli di deposizione pertinenti ad almeno tre fasi cronologiche. La più antica risulta coeva alla fase edilizia originaria della chiesa (metà XIII secolo) ed è rappresentata da 84 inumazioni realizzate sia in fossa terragna che in cassa litica con struttura “a loggetta”, orientate in senso est-ovest e disposte in modo caotico e in più livelli di sovrapposizione. La seconda fase è relativa all’ultimo periodo di frequentazione della chiesa prima del trasferimento delle monache di Accon presso la Santissima Annunziata al Piano (1480). Il numero di deposizioni ad essa pertinenti (11 inumazioni in fossa terragna) sembra indicare un progressivo disuso dell’area cimiteriale in concomitanza con il progressivo abbandono della chiesa e delle fabbriche conventuali, avvenuto alla fine del XV secolo. Nel corso del XVII secolo si registra una terza fase di utilizzo della necropoli connessa agli interventi di riqualificazione dell’edificio di culto e alla costruzione, nell’area limitrofa, del nuovo Ospedale (1610). Le sepolture relative a questo periodo risultano realizzate sconvolgendo le deposizioni precedenti, distribuite in maniera casuale e secondo orientamenti diversi.
L’analisi dei dati e dei materiali rinvenuti conferma il lungo periodo d’uso della necropoli e consente di datare l’effettiva dismissione dell’area alla metà del XVIII secolo, in seguito alla costruzione di un nuovo cimitero parrocchiale (1746) lungo il lato settentrionale della chiesa.
Notizie storico-critiche
Il sito si inserisce nella vasta tematica dell’archeologia funeraria post-antica, contribuendo ad integrare i dati noti dallo studio di altri cimiteri tardomedievali individuati a Matera. La necropoli di Santa Maria la Nova mostra, in particolare, strette analogie cronologiche e tipologiche con il cimitero della chiesa di S. Pietro Barisano, caratterizzato dalla presenza di tombe “a loggetta”, da una fase di frequentazione in età angioina e dalla continuità di utilizzo fino al XVIII secolo (Sogliani, Marchetta 2012, pp. 212-213). L’indagine condotta nel sito permette, inoltre, di approfondire alcuni aspetti delle dinamiche insediative tra antichità e post-medioevo, ampliando le conoscenze sulla distribuzione e funzione degli spazi urbani e periurbani del territorio nel Medioevo. Nel XIII secolo si registra, in effetti, l’espansione del contesto urbano oltre i limiti definiti della cinta muraria, attorno agli edifici religiosi sorti nei pressi del centro politico-istituzionale della Civita e nei due quartieri Sasso Barisano e Sasso Caveoso. La lettura integrata dei dati archeologici e delle fonti documentarie, in particolare, attesta una continuità d’uso di quest’area extramuranea dalla fine del XII secolo all’abbandono del Carcere Regio borbonico nella metà del XX secolo (Sogliani, Marchetta 2012, p. 206; Panarelli 2012).
Tipo Scheda | SCAN |
Livello Catalogazione | P |
Codice Regione | |
Numero Catalogo Generale | |
Ambito di tutela MIC | Archeologico |
Categoria Generale | BENI IMMOBILI |
Settore Disciplinare | Beni archeologici |
Tipo di Bene Culturale | Siti archeologici |
Categoria Disciplinare | area ad uso funerario |
Definizione del Bene | necropoli |
Tipologia/Altre specifiche | |
Denominazione/Titolo | Necropoli di Santa Maria la Nova |
Stato | Italia |
Regione | Basilicata |
Provincia | MT |
Comune | Matera |
Indirizzo | Via San Biagio |
Denominazione contenitore fisico | |
Collezione | |
Coordinata x | 16.607889 |
Coordinata y | 40.667604 |
Riferimento | periodo di realizzazione |
Fascia cronologica/periodo | XIII |
Da | Prima metà XIII secolo |
Validità | |
A | 1746 |
Validità | |
Caratteri ambientali (beni mobili) | Il sito è ubicato nel centro urbano di Matera che rappresenta un palinsesto straordinario di stratificazioni insediative; la sua posizione, strategica rispetto agli assi di transito tra Ionio e Adriatico, la morfologia del territorio e la prossimità di alcune sorgenti fluviali, fra le quali quella copiosa dello Jurio, hanno favorito la frequentazione umana già in età molto remota, garantendo ampie possibilità di difesa e di sfruttamento economico dei paesaggi. Dal punto di vista geo-morfologico, il comprensorio materano è caratterizzato dalla stretta e profonda forra della Gravina nell’altipiano carsico della Murgia, roccia calcarenitica sedimentaria, di natura friabile, sede favorevole degli insediamenti in grotta sin dall’Età preistorica. L’area occupata dal nucleo insediativo antico è costituita dallo sperone della Civita che sovrasta due valloni naturali, a nord il Sasso Barisano e a sud il Sasso Caveoso. |
Descrizione del bene | Nel corso dei lavori di riqualificazione e consolidamento di Via S. Biagio a Matera è stata messa in luce una porzione di una vasta area cimiteriale estesa a sud della chiesa di S. Giovanni Battista, in uno spazio inizialmente extra moenia, inglobato in età post-medievale nel tessuto urbano. La necropoli occupa l’area interessata dalla cava di estrazione del materiale da costruzione per la chiesa di S. Maria la Nova (attuale S. Giovanni Battista) ed ha restituito diversi livelli di deposizione pertinenti ad almeno tre fasi cronologiche. La più antica risulta coeva alla fase edilizia originaria della chiesa (metà XIII secolo) ed è rappresentata da 84 inumazioni realizzate sia in fossa terragna che in cassa litica con struttura “a loggetta”, orientate in senso est-ovest e disposte in modo caotico e in più livelli di sovrapposizione. La seconda fase è relativa all’ultimo periodo di frequentazione della chiesa prima del trasferimento delle monache di Accon presso la Santissima Annunziata al Piano (1480). Il numero di deposizioni ad essa pertinenti (11 inumazioni in fossa terragna) sembra indicare un progressivo disuso dell’area cimiteriale in concomitanza con il progressivo abbandono della chiesa e delle fabbriche conventuali, avvenuto alla fine del XV secolo. Nel corso del XVII secolo si registra una terza fase di utilizzo della necropoli connessa agli interventi di riqualificazione dell’edificio di culto e alla costruzione, nell’area limitrofa, del nuovo Ospedale (1610). Le sepolture relative a questo periodo risultano realizzate sconvolgendo le deposizioni precedenti, distribuite in maniera casuale e secondo orientamenti diversi. L’analisi dei dati e dei materiali rinvenuti conferma il lungo periodo d’uso della necropoli e consente di datare l’effettiva dismissione dell’area alla metà del XVIII secolo, in seguito alla costruzione di un nuovo cimitero parrocchiale (1746) lungo il lato settentrionale della chiesa. |
Apparato iconografico/decorativo | |
Iscrizioni/elementi di rilievo | |
Contesto di provenienza | Indagine archeologica condotta nel 2007 dalla SABAP-BAS (responsabile scientifico A. Patrone) in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera (coordinatori M. Osanna, F. Sogliani) |
Classificazione/repertorio/sistematica | |
Notizie storico-critiche | Il sito si inserisce nella vasta tematica dell’archeologia funeraria post-antica, contribuendo ad integrare i dati noti dallo studio di altri cimiteri tardomedievali individuati a Matera. La necropoli di Santa Maria la Nova mostra, in particolare, strette analogie cronologiche e tipologiche con il cimitero della chiesa di S. Pietro Barisano, caratterizzato dalla presenza di tombe “a loggetta”, da una fase di frequentazione in età angioina e dalla continuità di utilizzo fino al XVIII secolo (Sogliani, Marchetta 2012, pp. 212-213). L’indagine condotta nel sito permette, inoltre, di approfondire alcuni aspetti delle dinamiche insediative tra antichità e post-medioevo, ampliando le conoscenze sulla distribuzione e funzione degli spazi urbani e periurbani del territorio nel Medioevo. Nel XIII secolo si registra, in effetti, l’espansione del contesto urbano oltre i limiti definiti della cinta muraria, attorno agli edifici religiosi sorti nei pressi del centro politico-istituzionale della Civita e nei due quartieri Sasso Barisano e Sasso Caveoso. La lettura integrata dei dati archeologici e delle fonti documentarie, in particolare, attesta una continuità d’uso di quest’area extramuranea dalla fine del XII secolo all’abbandono del Carcere Regio borbonico nella metà del XX secolo (Sogliani, Marchetta 2012, p. 206; Panarelli 2012). |
Data Rilevamento | |
Attore sociale/collettivo | |
Occasione | |
Periodicità | |
Data inizio | |
Data fine | |
Note | |
Materia/tecnica-materiale composito | |
Interesse culturale | |
Bibliografia/sitografia | Marchetta I. 2008, Lo scavo in via San Biagio presso il sagrato della chiesa di San Giovanni Battista. Relazione preliminare, in R. Colucci et al., Un progetto per l’archeologia urbana a Matera. Studio dei contesti urbani per la redazione della Carta Archeologica di Matera (CAM) tra Antichità e Medioevo, Siris 9, 120-129., Sogliani F. 2008, Matera in età post-antica, in R. Colucci et al., Un progetto di archeologia urbana a Matera. Ricerche preliminari per la redazione della Carta Archeologica di Matera (CAM) tra Antichità e Medioevo, in: Siris 9 (2008), 111-120., Sogliani F. – Marchetta I. 2012, Un contesto medievale di archeologia urbana: Le indagini nell’area della chiesa di San Giovanni Battista a Matera, in F. Panarelli (a cura di), Da Accon a Matera: Santa Maria la Nova, un monastero femminile tra dimensione mediterranea e identità urbana (XIII-XVI secolo), 203-244., Panarelli F. 2012, Le origini del monastero femminile di Santa Maria la Nova tra storia e storiografia, in F. Panarelli (a cura di), Da Accon a Matera: Santa Maria la Nova, un monastero femminile tra dimensione mediterranea e identità urbana (XIII-XVI secolo), LIT Verlag Münster, 1-58. |