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Atella

Centro collinare, un tempo era dotato di possenti mura e di un castello con torri cilindriche. Passeggiando lungo il centro storico si scorgono i resti dell’antico passato, come la Torre Angioina detta di S. Eligio, ciò che resta del castello, cui si accedeva attraverso due porte delle quali è ancora visibile quella di San Michele. Fra le altre testimonianze storico-architettoniche merita una menzione particolare la trecentesca chiesa madre dedicata a Santa Maria ad Nives, restaurata nel sec. XX, con l’originale portale in pietra con motivi islamici.

Notizie storico-critiche

L’abitato più antico era sulla sponda destra del torrente Levata, vicino o sullo stesso sito dell’antica Vitalba, la quale risulta frequentata con continuità da età paleolitica a tutto il XV secolo. La cittadina attuale è stata invece costruita agli inizi del XIV secolo per volontà di Roberto I d’Angiò con il fine di contrastare lo spopolamento e l’abbandono di quella zona del Vulture dopo le molte guerre che, a partire dal 1268, sconvolsero il territorio. Nel 1496 la prosperosa cittadina è assediata dai francesi di Carlo VIII, occupata e saccheggiata; quindi, viene assediata anche dagli spagnoli di Re Ferrante d’Aragona. Nel 1423 la Regina Giovanna la dà come feudo a Giovanni Caracciolo; dopo il 1497 viene infeudata a Filiberto Chalon, principe d’Orange, con ‘l’intero stato di Melfi’; nel 1530, scomparso il principe, Atella e San Fele vanno ad Antonio di Leyva, poi ai De Capua, ai Gesualdo, ai Filomarino ed ai Caracciolo di Torella. Fu gravemente colpita dal terremoto del 1851 che causò crolli e gravi lesioni in quasi tutte le abitazioni e danni nelle chiese di S. Nicola, S. Benedetto, dii Santo Spirito con l’annesso convento e nella chiesa di S. Lucia in cui crollò la volta.

Tipo Scheda SCAN
Livello Catalogazione I
Codice Regione
Numero Catalogo Generale
Ambito di tutela MIC Architettonico o Paesaggistico
Categoria Generale BENI IMMOBILI
Settore Disciplinare Beni architettonici e paesaggistici
Tipo di Bene Culturale Centri-nuclei storici
Categoria Disciplinare CENTRI STORICI
Definizione del Bene centro storico
Tipologia/Altre specifiche collinare
Denominazione/Titolo Atella
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia PZ
Comune Atella
Indirizzo Piazza Giacomo Matteotti
Denominazione contenitore fisico
Collezione
Coordinata x 15.652191
Coordinata y 40.87944
Riferimento fondazione
Fascia cronologica/periodo XIV
Da 1320
Validità
A 1330
Validità
Caratteri ambientali (beni mobili) Centro a nord-ovest della provincia di Potenza, vicino al confine con la campana provincia di Avellino, nei pressi della riserva regionale “Lago piccolo di Monticchio”, situato a 500 metri s.l.m. sul versante sudorientale del Vulture, alla destra della Forra di Atella.
Descrizione del bene Centro collinare, un tempo era dotato di possenti mura e di un castello con torri cilindriche. Passeggiando lungo il centro storico si scorgono i resti dell’antico passato, come la Torre Angioina detta di S. Eligio, ciò che resta del castello, cui si accedeva attraverso due porte delle quali è ancora visibile quella di San Michele. Fra le altre testimonianze storico-architettoniche merita una menzione particolare la trecentesca chiesa madre dedicata a Santa Maria ad Nives, restaurata nel sec. XX, con l’originale portale in pietra con motivi islamici.
Apparato iconografico/decorativo
Iscrizioni/elementi di rilievo
Contesto di provenienza
Classificazione/repertorio/sistematica
Notizie storico-critiche L’abitato più antico era sulla sponda destra del torrente Levata, vicino o sullo stesso sito dell’antica Vitalba, la quale risulta frequentata con continuità da età paleolitica a tutto il XV secolo. La cittadina attuale è stata invece costruita agli inizi del XIV secolo per volontà di Roberto I d’Angiò con il fine di contrastare lo spopolamento e l’abbandono di quella zona del Vulture dopo le molte guerre che, a partire dal 1268, sconvolsero il territorio. Nel 1496 la prosperosa cittadina è assediata dai francesi di Carlo VIII, occupata e saccheggiata; quindi, viene assediata anche dagli spagnoli di Re Ferrante d’Aragona. Nel 1423 la Regina Giovanna la dà come feudo a Giovanni Caracciolo; dopo il 1497 viene infeudata a Filiberto Chalon, principe d’Orange, con ‘l’intero stato di Melfi’; nel 1530, scomparso il principe, Atella e San Fele vanno ad Antonio di Leyva, poi ai De Capua, ai Gesualdo, ai Filomarino ed ai Caracciolo di Torella. Fu gravemente colpita dal terremoto del 1851 che causò crolli e gravi lesioni in quasi tutte le abitazioni e danni nelle chiese di S. Nicola, S. Benedetto, dii Santo Spirito con l’annesso convento e nella chiesa di S. Lucia in cui crollò la volta.
Data Rilevamento
Attore sociale/collettivo
Occasione
Periodicità
Data inizio
Data fine
Note
Materia/tecnica-materiale composito
Interesse culturale
Bibliografia/sitografia
Scheda SCAN
PDF  LOD

Sanctus Felix (denominazione storica), Sanctus Felis (denominazione storica), San Fele, Terra S. Felicis (denominazione storica)

L’abitato è caratterizzato dalla presenza della roccia che si insinua tra le case e le vie principali seguono le curve di livello. Nel centro storico si trova la chiesa madre di Santa Maria della Quercia con impianto a tre navate, a croce greca, e l’altare maggiore in marmo policromo costituito da un tabernacolo lavorato a sbalzo sovrastato da un crocifisso ligneo. Di fronte alla chiesa dell’Annunziata, chiusa al culto dal 1980, la casa nativa di San Giustino de Jacobis, missionario e santo patrono d’Etiopia. Sotto il monte Castello è posizionato il Palazzo Frascella, edificio nobiliare costruito con conci di pietra provenienti dalla fortezza, con torre in stile normanno incorporata nel palazzo.

Notizie storico-critiche

San Fele nasce come castrum fortificato voluto da Ottone I di Sassonia, imperatore del Sacro Romano Impero, con l’intento di proteggere il Vulture dagli assalti dei Bizantini. Il figlio, Ottone II, sostituisce il padre e combatte, vincendo, con lo zio Enrico II duca di Baviera. Quest’ultimo viene incarcerato nel castello di San Fele. Nell’estate del 1128 la città viene scelta per l’incontro tra Ruggero II, duca di Sicilia, e Papa Onorio II per iniziare le trattative di pace a seguito dello scontro tra normanni e papato. Il castello viene distrutto da Caldora nel 1435. Dopo l’unità d’Italia San Fele viene coinvolta nel fenomeno del brigantaggio guidato dal generale Carmine Donatelli. attuale sede del comune è il palazzo della famiglia Faggella, edificato nel XVII secolo.

Tipo Scheda SCAN
Livello Catalogazione I
Codice Regione
Numero Catalogo Generale
Ambito di tutela MIC Architettonico e Paesaggistico
Categoria Generale BENI IMMOBILI
Settore Disciplinare Beni architettonici e paesaggistici
Tipo di Bene Culturale Centri-nuclei storici
Categoria Disciplinare CENTRI STORICI
Definizione del Bene centro storico
Tipologia/Altre specifiche montano
Denominazione/Titolo Sanctus Felix (denominazione storica), Sanctus Felis (denominazione storica), San Fele, Terra S. Felicis (denominazione storica)
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia PZ
Comune San Fele
Indirizzo via Cantani
Denominazione contenitore fisico
Collezione
Coordinata x 15.5384218
Coordinata y 40.8174612
Riferimento
Fascia cronologica/periodo X
Da
Validità
A
Validità
Caratteri ambientali (beni mobili) San Fele si trova a nord-ovest della provincia, ad un altitudine di 936 m s.l.m. alle pendici del monte Castello e del monte Torretta. Distante 56 km da Potenza è inserito nella comunità montana Del Vulture.
Descrizione del bene L’abitato è caratterizzato dalla presenza della roccia che si insinua tra le case e le vie principali seguono le curve di livello. Nel centro storico si trova la chiesa madre di Santa Maria della Quercia con impianto a tre navate, a croce greca, e l’altare maggiore in marmo policromo costituito da un tabernacolo lavorato a sbalzo sovrastato da un crocifisso ligneo. Di fronte alla chiesa dell’Annunziata, chiusa al culto dal 1980, la casa nativa di San Giustino de Jacobis, missionario e santo patrono d’Etiopia. Sotto il monte Castello è posizionato il Palazzo Frascella, edificio nobiliare costruito con conci di pietra provenienti dalla fortezza, con torre in stile normanno incorporata nel palazzo.
Apparato iconografico/decorativo
Iscrizioni/elementi di rilievo
Contesto di provenienza
Classificazione/repertorio/sistematica
Notizie storico-critiche San Fele nasce come castrum fortificato voluto da Ottone I di Sassonia, imperatore del Sacro Romano Impero, con l’intento di proteggere il Vulture dagli assalti dei Bizantini. Il figlio, Ottone II, sostituisce il padre e combatte, vincendo, con lo zio Enrico II duca di Baviera. Quest’ultimo viene incarcerato nel castello di San Fele. Nell’estate del 1128 la città viene scelta per l’incontro tra Ruggero II, duca di Sicilia, e Papa Onorio II per iniziare le trattative di pace a seguito dello scontro tra normanni e papato. Il castello viene distrutto da Caldora nel 1435. Dopo l’unità d’Italia San Fele viene coinvolta nel fenomeno del brigantaggio guidato dal generale Carmine Donatelli. attuale sede del comune è il palazzo della famiglia Faggella, edificato nel XVII secolo.
Data Rilevamento
Attore sociale/collettivo
Occasione
Periodicità
Data inizio
Data fine
Note
Materia/tecnica-materiale composito
Interesse culturale
Bibliografia/sitografia https://www.sanfeleturismo.it/architetture-religiose/chiesa-s-maria-della-quercia/ (consultazione
2022/12/18), Angelo Lucano Larotonda (a cura di), Potenza una provincia di cento comuni, Milano, Federico Motta Editore S.p.a., 1999, https://www.beweb.chiesacattolica.it/UI/page.jsp?action=ricerca%2Frisultati&view=elenco&locale=it&ordine=&ambito=CEIA&liberadescr=&liberaluogo=san+(consultazione 2022/12/18), https://www.basilicataturistica.it/territori/san-fele/ (consultazione 2022/12/18), https://www.sapere.it/enciclopedia/San+F%C3%A8le.html (consultazione 2022/12/18), http://www.italiapedia.it/bacheca.php?vd=geoloc&istat=076076&comune=San%
20Fele&prov=&sigla=PZ&NomeReg=Basilicata&NReg=17 (consultazione 2022/12/18), Giuliano Gasca Queirazza, Carla Marcato, Giovan Battista Pellegrini, Giulia Petracco Sicardi,
Alda Rossebastiano, Dizionario di Toponomastica: storia e significato dei nomi geografici italiani,
Torino, Garzanti, 1990
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