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Torre Normanna (denominazione attribuita)

Il torrione quadrangolare si sviluppa su tre livelli e misura in pianta circa 10,5m. x 10,3m. Realizzato con pietre di conglomerato di diversa natura e di misura variabile, presenta una tessitura irregolare; grossi conci in pietra regolari e squadrati sono posti come cantonali. Nella parte sommitale è stato realizzato in laterizio un colombaio. La sagoma delle aperture è delineata da elementi in laterizio. Sul prospetto est è possibile osservare una apertura più volte modificata e poi murata. Fori pontai sono presenti su tutte le facciate. La distribuzione interna degli spazi è totalmente alterata a seguito della realizzazione di una cisterna idrica. A più di 4 metri dal suolo, sul lato Est, il probabile ingresso originario alla struttura, in parte murato.

Notizie storico-critiche

Tipo Scheda SCAN
Livello Catalogazione P
Codice Regione
Numero Catalogo Generale
Ambito di tutela MIC Architettonico e Paesaggistico
Categoria Generale BENI IMMOBILI
Settore Disciplinare Beni architettonici e paesaggistici
Tipo di Bene Culturale Architettura
Categoria Disciplinare ARCHITETTURA MILITARE E FORTIFICATA
Definizione del Bene torre
Tipologia/Altre specifiche difensiva
Denominazione/Titolo Torre Normanna (denominazione attribuita)
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia MT
Comune Craco
Indirizzo
Denominazione contenitore fisico
Collezione
Coordinata x 16.440376872
Coordinata y 40.378327620
Riferimento
Fascia cronologica/periodo XI – XIII
Da
Validità
A
Validità
Caratteri ambientali (beni mobili) Da un punto di vista climatico, la temperatura media annua dell’area oscilla intorno ai 14,3°C. Gennaio è il mese più freddo, con una temperatura media di 7,4°C; agosto è il mese più caldo, con una temperatura media di 25,5°C. La piovosità media annua è di 513,9 mm. Il regime pluviometrico è subequinoziale, quasi mediterraneo, con un valore massimo assoluto di 66,7 mm a novembre, un valore relativo di 50,2 mm a marzo ed un valore minimo di 14,6 mm a luglio. Nell’area di Craco, caratterizzata da colture estensive, sono diffusi i campi subnitrofili mediterranei a Lygeum Spartii L., specie tipica dell’ambiente mediterraneo e delle steppe erbacee dell’alta macchia mediterranea. Sono presenti anche estese aree argillose caratterizzate da un’erosione accelerata (calanchi). Nei calanchi la vegetazione è caratterizzata da specie a fioritura primaverile o autunnale, con una fase di riposo estiva. I calanchi favoriscono anche la crescita di un gran numero di specie erbacee, arbustive o arboree. Numerose sono anche le specie animali come il riccio, la martora, la donnola, la volpe, la lepre e diverse specie di mustelidi. Le aree calanchive rappresentano un luogo ideale di sosta e riproduzione anche per numerose specie di uccelli, come passeri e rapaci, tanto da essere riconosciute a livello europeo come I.B.A. (Important Bird and Biodiversity Area). Da un punto di vista geologico, Craco vecchia sorge a 390 m s.l.m su una dorsale dove nella parte più alta, (nucleo più antico dell’ex-abitato), affiorano conglomerati pliocenici verticalizzati da retroscorrimenti. Nella parte mediobassa del versante sud-occidentale della dorsale (parte più recente del vecchio abitato), affiorano invece le Argille Varicolori caratterizzate da scadenti proprietà geotecniche nelle quali si sono sviluppati i movimenti franosi che hanno storicamente interessato il sito e che
hanno determinato l’abbandono del vecchio abitato a partire dagli anni Sessanta dello scorso secolo.
Descrizione del bene Il torrione quadrangolare si sviluppa su tre livelli e misura in pianta circa 10,5m. x 10,3m. Realizzato con pietre di conglomerato di diversa natura e di misura variabile, presenta una tessitura irregolare; grossi conci in pietra regolari e squadrati sono posti come cantonali. Nella parte sommitale è stato realizzato in laterizio un colombaio. La sagoma delle aperture è delineata da elementi in laterizio. Sul prospetto est è possibile osservare una apertura più volte modificata e poi murata. Fori pontai sono presenti su tutte le facciate. La distribuzione interna degli spazi è totalmente alterata a seguito della realizzazione di una cisterna idrica. A più di 4 metri dal suolo, sul lato Est, il probabile ingresso originario alla struttura, in parte murato.
Apparato iconografico/decorativo
Iscrizioni/elementi di rilievo
Contesto di provenienza
Classificazione/repertorio/sistematica
Notizie storico-critiche
Data Rilevamento
Attore sociale/collettivo
Occasione
Periodicità
Data inizio
Data fine
Note
Materia/tecnica-materiale composito
Interesse culturale
Bibliografia/sitografia D. D’Angella, Note storiche sul Comune di Craco, Pisticci 1986, Manfredi F., L’antico centro di Craco. Indagini per la lettura dell’evoluzione storico-urbanistica, 2005 (inedito), F. Angelucci, F. Domenici, S. Ricci, Prime acquisizioni sull’abitato e la torre normanna di Craco (Matera), in Case e torri medievali IV, Acquapendente (VT) 2014, Lafratta B., scheda in Insediamenti francescani in Basilicata – Un repertorio per la conoscenza, tutela e conservazione, Vol. II, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Matera, Basilicata Editrice, 1988, pp. 61-62
https://patrimonioculturale.regione.basilicata.it/rbc/form.jsp?bene=27&sec=5, de Cadilhac R. (Politecnico di Bari), Catella M. A. 2020, Craco, a Medieval Village. The “Re-invention of Places” Throughout new Forms of Anthropization and Museum Display, Un paese ci vuole, Studi e prospettive per i centri abbandonati e in via di spopolamento, In a cura di Annunziata Maria Oteri, Giuseppina Scamardì, ArcHistoR EXTRA 7 (2020), ISSN 2384-8898 Supplemento di ArcHistoR 13/2020 ISBN 978-88-85479-09-8 DOI: 10.14633/AHR266 , Vincoli in Rete http://vincoliinrete.beniculturali.it/VincoliInRete/vir/bene/listabeni
Scheda SCAN
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Chiesa di San Rocco – Craco

Adiacente a palazzo Rigirone Cammarota, presenta impianto ad aula unica (dimensioni di 8 m x 9 circa). La copertura è a due falde, ricoperta in coppi. La facciata principale, esposta ad ovest, presentava un limite superiore orizzontale caratterizzato da filari di romanelle. Diverse le aperture al di sopra dell’ingresso: le due laterali dalla forma circolare mentre quella centrale polilobata. Una piccola cella campanaria sovrastava il timpano della facciata. L’ingresso, realizzato ad ovest, è inquadrato tra due piedritti realizzati in laterizio con piattabanda sommitale. È attualmente sbarrato da un elemento metallico. È presente del terreno di riporto a ridosso della facciata principale.

Notizie storico-critiche

Ad un mese dal sisma del 1980 si rilevava che “la chiesa, di proprietà privata, non ha subito danni rilevanti, lesioni leggere alle strutture verticali in corrispondenza del prospetto anteriore.”

Tipo Scheda SCAN
Livello Catalogazione P
Codice Regione
Numero Catalogo Generale
Ambito di tutela MIC Architettonico e Paesaggistico
Categoria Generale BENI IMMOBILI
Settore Disciplinare Beni architettonici e paesaggistici
Tipo di Bene Culturale Architettura
Categoria Disciplinare ARCHITETTURA RELIGIOSA
Definizione del Bene chiesa
Tipologia/Altre specifiche
Denominazione/Titolo Chiesa di San Rocco – Craco
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia MT
Comune Craco
Indirizzo
Denominazione contenitore fisico
Collezione
Coordinata x 16.441245674
Coordinata y 40.377229286
Riferimento
Fascia cronologica/periodo
Da
Validità
A
Validità
Caratteri ambientali (beni mobili) Da un punto di vista climatico, la temperatura media annua dell’area oscilla intorno ai 14,3°C. Gennaio è il mese più freddo, con una temperatura media di 7,4°C; agosto è il mese più caldo, con una temperatura media di 25,5°C. La piovosità media annua è di 513,9 mm. Il regime pluviometrico è subequinoziale, quasi mediterraneo, con un valore massimo assoluto di 66,7 mm a novembre, un valore relativo di 50,2 mm a marzo ed un valore minimo di 14,6 mm a luglio. Nell’area di Craco, caratterizzata da colture estensive, sono diffusi i campi subnitrofili mediterranei a Lygeum Spartii L., specie tipica dell’ambiente mediterraneo e delle steppe erbacee dell’alta macchia mediterranea. Sono presenti anche estese aree argillose caratterizzate da un’erosione accelerata (calanchi). Nei calanchi la vegetazione è caratterizzata da specie a fioritura primaverile o autunnale, con una fase di riposo estiva. I calanchi favoriscono anche la crescita di un gran numero di specie erbacee, arbustive o arboree. Numerose sono anche le specie animali come il riccio, la martora, la donnola, la volpe, la lepre e diverse specie di mustelidi. Le aree calanchive rappresentano un luogo ideale di sosta e riproduzione anche per numerose specie di uccelli, come passeri e rapaci, tanto da essere riconosciute a livello europeo come I.B.A. (Important Bird and Biodiversity Area). Da un punto di vista geologico, Craco vecchia sorge a 390 m s.l.m su una dorsale dove nella parte più alta, (nucleo più antico dell’ex-abitato), affiorano conglomerati pliocenici verticalizzati da retroscorrimenti. Nella parte mediobassa del versante sud-occidentale della dorsale (parte più recente del vecchio abitato), affiorano invece le Argille Varicolori caratterizzate da scadenti proprietà geotecniche nelle quali si sono sviluppati i movimenti franosi che hanno storicamente interessato il sito e che
hanno determinato l’abbandono del vecchio abitato a partire dagli anni Sessanta dello scorso secolo.
Descrizione del bene Adiacente a palazzo Rigirone Cammarota, presenta impianto ad aula unica (dimensioni di 8 m x 9 circa). La copertura è a due falde, ricoperta in coppi. La facciata principale, esposta ad ovest, presentava un limite superiore orizzontale caratterizzato da filari di romanelle. Diverse le aperture al di sopra dell’ingresso: le due laterali dalla forma circolare mentre quella centrale polilobata. Una piccola cella campanaria sovrastava il timpano della facciata. L’ingresso, realizzato ad ovest, è inquadrato tra due piedritti realizzati in laterizio con piattabanda sommitale. È attualmente sbarrato da un elemento metallico. È presente del terreno di riporto a ridosso della facciata principale.
Apparato iconografico/decorativo
Iscrizioni/elementi di rilievo
Contesto di provenienza
Classificazione/repertorio/sistematica
Notizie storico-critiche Ad un mese dal sisma del 1980 si rilevava che “la chiesa, di proprietà privata, non ha subito danni rilevanti, lesioni leggere alle strutture verticali in corrispondenza del prospetto anteriore.”
Data Rilevamento
Attore sociale/collettivo
Occasione
Periodicità
Data inizio
Data fine
Note
Materia/tecnica-materiale composito
Interesse culturale
Bibliografia/sitografia Bollettino d’arte. Supplemento: Sisma 1980 effetti sul patrimonio artistico della Campania e della Basilicata. Campania, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1982.
Scheda SCAN
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Lucania ’61

Il dipinto raffigura uno spaccato di vita quotidiana, sociale e politica della Lucania, vissuta e raccontata attraverso le immagini dall’artista torinese Carlo Levi. L’opera è composta da sei tele, disposte in sequenza in modo da comporre una narrazione pittorica che si sviluppa da sinistra verso destra e che comprende tre scene: nella prima a sinistra, è rappresentato il compianto sul corpo morto del giovane Rocco Scotellaro e l’interno di una casa-grotta, affollato di donne, bambini dormienti e animali. La seconda scena, raffigurata al centro del dipinto, è ambientata all’esterno, nelle vie del paese, dove le case bianche ed i calanchi fanno da quinta naturale alle figure di donne che danno da mangiare ai loro bambini, uomini che conversano ed un corteo di persone e di bestie che tornano dal lavoro nei campi. Il racconto si chiude con la raffigurazione di una folla di persone nella piazza del paese, riunite intorno alla figura del giovane Rocco Scotellaro, che tiene un discorso.

Notizie storico-critiche

Il telero intitolato “Lucania ’61” occupa l’intera parete sinistra della Sala Levi di Palazzo Lanfranchi, dove è in esposizione permanente dal 1980. A giudicare dalla critica e dalle analisi stilistiche ed estetiche che molti studiosi hanno fatto a proposito di quest’opera, la più bella e ricca di significato è sicuramente quella dell’artista stesso, riportata da Mario De Micheli nel testo di Augusto Viggiano dedicato proprio a Lucania ’61, nel quale Levi spiega in maniera eccellente il senso ed il contesto dell’opera dicendo: “Ecco davanti a noi è la Lucania con il suo contenuto di umanità, di dolore antico, di lavoro paziente, di coraggio di esistere”. Si tratta di un’opera monumentale, che racchiude tutta la poetica artistica di Carlo Levi, raccontando attraverso le immagini la realtà del Sud e della Lucania, l’amore dell’artista per questa terra ed il suo grande impegno sociale, civile e morale.

Tipo Scheda SCAN
Livello Catalogazione I
Codice Regione
Numero Catalogo Generale
Ambito di tutela MIC Storico e Artistico
Categoria Generale BENI MOBILI
Settore Disciplinare Beni storici e artistici
Tipo di Bene Culturale Opere-oggetti d’arte
Categoria Disciplinare PITTURE-SCULTURE E ACCESSORI DI STATUA
Definizione del Bene dipinto
Tipologia/Altre specifiche
Denominazione/Titolo Lucania ’61
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia MT
Comune Matera
Indirizzo piazzetta Pascoli
Denominazione contenitore fisico Museo Nazionale di Matera – Palazzo Lanfranchi
Collezione Collezione Levi
Coordinata x 16.610149738
Coordinata y 40.663121687
Riferimento
Fascia cronologica/periodo XX
Da 1961
Validità
A 1961
Validità
Caratteri ambientali (beni mobili)
Descrizione del bene Il dipinto raffigura uno spaccato di vita quotidiana, sociale e politica della Lucania, vissuta e raccontata attraverso le immagini dall’artista torinese Carlo Levi. L’opera è composta da sei tele, disposte in sequenza in modo da comporre una narrazione pittorica che si sviluppa da sinistra verso destra e che comprende tre scene: nella prima a sinistra, è rappresentato il compianto sul corpo morto del giovane Rocco Scotellaro e l’interno di una casa-grotta, affollato di donne, bambini dormienti e animali. La seconda scena, raffigurata al centro del dipinto, è ambientata all’esterno, nelle vie del paese, dove le case bianche ed i calanchi fanno da quinta naturale alle figure di donne che danno da mangiare ai loro bambini, uomini che conversano ed un corteo di persone e di bestie che tornano dal lavoro nei campi. Il racconto si chiude con la raffigurazione di una folla di persone nella piazza del paese, riunite intorno alla figura del giovane Rocco Scotellaro, che tiene un discorso.
Apparato iconografico/decorativo
Iscrizioni/elementi di rilievo a destra sull’architrave – D.D.T. 14.04.1961 – a pennello –
Contesto di provenienza
Classificazione/repertorio/sistematica
Notizie storico-critiche Il telero intitolato “Lucania ’61” occupa l’intera parete sinistra della Sala Levi di Palazzo Lanfranchi, dove è in esposizione permanente dal 1980. A giudicare dalla critica e dalle analisi stilistiche ed estetiche che molti studiosi hanno fatto a proposito di quest’opera, la più bella e ricca di significato è sicuramente quella dell’artista stesso, riportata da Mario De Micheli nel testo di Augusto Viggiano dedicato proprio a Lucania ’61, nel quale Levi spiega in maniera eccellente il senso ed il contesto dell’opera dicendo: “Ecco davanti a noi è la Lucania con il suo contenuto di umanità, di dolore antico, di lavoro paziente, di coraggio di esistere”. Si tratta di un’opera monumentale, che racchiude tutta la poetica artistica di Carlo Levi, raccontando attraverso le immagini la realtà del Sud e della Lucania, l’amore dell’artista per questa terra ed il suo grande impegno sociale, civile e morale.
Data Rilevamento
Attore sociale/collettivo
Occasione
Periodicità
Data inizio
Data fine
Note
Materia/tecnica-materiale composito pittura a olio, tela
Interesse culturale
Bibliografia/sitografia Link metadati, licenza CC-BY 4.0 https://dati.beniculturali.it/lodview-arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/1700168702OA.html
Scheda SCAN
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