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Lucania ’61

Il dipinto raffigura uno spaccato di vita quotidiana, sociale e politica della Lucania, vissuta e raccontata attraverso le immagini dall’artista torinese Carlo Levi. L’opera è composta da sei tele, disposte in sequenza in modo da comporre una narrazione pittorica che si sviluppa da sinistra verso destra e che comprende tre scene: nella prima a sinistra, è rappresentato il compianto sul corpo morto del giovane Rocco Scotellaro e l’interno di una casa-grotta, affollato di donne, bambini dormienti e animali. La seconda scena, raffigurata al centro del dipinto, è ambientata all’esterno, nelle vie del paese, dove le case bianche ed i calanchi fanno da quinta naturale alle figure di donne che danno da mangiare ai loro bambini, uomini che conversano ed un corteo di persone e di bestie che tornano dal lavoro nei campi. Il racconto si chiude con la raffigurazione di una folla di persone nella piazza del paese, riunite intorno alla figura del giovane Rocco Scotellaro, che tiene un discorso.

Notizie storico-critiche

Il telero intitolato “Lucania ’61” occupa l’intera parete sinistra della Sala Levi di Palazzo Lanfranchi, dove è in esposizione permanente dal 1980. A giudicare dalla critica e dalle analisi stilistiche ed estetiche che molti studiosi hanno fatto a proposito di quest’opera, la più bella e ricca di significato è sicuramente quella dell’artista stesso, riportata da Mario De Micheli nel testo di Augusto Viggiano dedicato proprio a Lucania ’61, nel quale Levi spiega in maniera eccellente il senso ed il contesto dell’opera dicendo: “Ecco davanti a noi è la Lucania con il suo contenuto di umanità, di dolore antico, di lavoro paziente, di coraggio di esistere”. Si tratta di un’opera monumentale, che racchiude tutta la poetica artistica di Carlo Levi, raccontando attraverso le immagini la realtà del Sud e della Lucania, l’amore dell’artista per questa terra ed il suo grande impegno sociale, civile e morale.

Tipo Scheda SCAN
Livello Catalogazione I
Codice Regione
Numero Catalogo Generale
Ambito di tutela MIC Storico e Artistico
Categoria Generale BENI MOBILI
Settore Disciplinare Beni storici e artistici
Tipo di Bene Culturale Opere-oggetti d’arte
Categoria Disciplinare PITTURE-SCULTURE E ACCESSORI DI STATUA
Definizione del Bene dipinto
Tipologia/Altre specifiche
Denominazione/Titolo Lucania ’61
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia MT
Comune Matera
Indirizzo piazzetta Pascoli
Denominazione contenitore fisico Museo Nazionale di Matera – Palazzo Lanfranchi
Collezione Collezione Levi
Coordinata x 16.610149738
Coordinata y 40.663121687
Riferimento
Fascia cronologica/periodo XX
Da 1961
Validità
A 1961
Validità
Caratteri ambientali (beni mobili)
Descrizione del bene Il dipinto raffigura uno spaccato di vita quotidiana, sociale e politica della Lucania, vissuta e raccontata attraverso le immagini dall’artista torinese Carlo Levi. L’opera è composta da sei tele, disposte in sequenza in modo da comporre una narrazione pittorica che si sviluppa da sinistra verso destra e che comprende tre scene: nella prima a sinistra, è rappresentato il compianto sul corpo morto del giovane Rocco Scotellaro e l’interno di una casa-grotta, affollato di donne, bambini dormienti e animali. La seconda scena, raffigurata al centro del dipinto, è ambientata all’esterno, nelle vie del paese, dove le case bianche ed i calanchi fanno da quinta naturale alle figure di donne che danno da mangiare ai loro bambini, uomini che conversano ed un corteo di persone e di bestie che tornano dal lavoro nei campi. Il racconto si chiude con la raffigurazione di una folla di persone nella piazza del paese, riunite intorno alla figura del giovane Rocco Scotellaro, che tiene un discorso.
Apparato iconografico/decorativo
Iscrizioni/elementi di rilievo a destra sull’architrave – D.D.T. 14.04.1961 – a pennello –
Contesto di provenienza
Classificazione/repertorio/sistematica
Notizie storico-critiche Il telero intitolato “Lucania ’61” occupa l’intera parete sinistra della Sala Levi di Palazzo Lanfranchi, dove è in esposizione permanente dal 1980. A giudicare dalla critica e dalle analisi stilistiche ed estetiche che molti studiosi hanno fatto a proposito di quest’opera, la più bella e ricca di significato è sicuramente quella dell’artista stesso, riportata da Mario De Micheli nel testo di Augusto Viggiano dedicato proprio a Lucania ’61, nel quale Levi spiega in maniera eccellente il senso ed il contesto dell’opera dicendo: “Ecco davanti a noi è la Lucania con il suo contenuto di umanità, di dolore antico, di lavoro paziente, di coraggio di esistere”. Si tratta di un’opera monumentale, che racchiude tutta la poetica artistica di Carlo Levi, raccontando attraverso le immagini la realtà del Sud e della Lucania, l’amore dell’artista per questa terra ed il suo grande impegno sociale, civile e morale.
Data Rilevamento
Attore sociale/collettivo
Occasione
Periodicità
Data inizio
Data fine
Note
Materia/tecnica-materiale composito pittura a olio, tela
Interesse culturale
Bibliografia/sitografia Link metadati, licenza CC-BY 4.0 https://dati.beniculturali.it/lodview-arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/1700168702OA.html
Scheda SCAN
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Stipi votive Matera Timmari

Le ricerche archeologiche hanno portato alla luce due stipi votive costituite da ingenti quantità di reperti mobili quali frammenti ceramici di varie classi e tipologie, terrecotte votive, diskoi o oscilla fittili, busti femminili, figure muliebri stanti o in trono, ma anche reperti in metallo quali armi e attrezzi in ferro ed ogetti d’ornamento. Le stipi sarebbero da attribuire a divinità femminili legate al mondo ctonio come Demetra e Kore.

Notizie storico-critiche

Tipo Scheda SCAN
Livello Catalogazione P
Codice Regione
Numero Catalogo Generale
Ambito di tutela MIC
Categoria Generale BENI IMMOBILI
Settore Disciplinare Beni archeologici
Tipo di Bene Culturale Complessi archeologici
Categoria Disciplinare STRUTTURE PER IL CULTO
Definizione del Bene santuario
Tipologia/Altre specifiche
Denominazione/Titolo Stipi votive Matera Timmari
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia MT
Comune Matera
Indirizzo
Denominazione contenitore fisico
Collezione
Coordinata x 16.490985
Coordinata y 40.655191
Riferimento
Fascia cronologica/periodo VI a.C.-III a.C.
Da
Validità
A
Validità
Caratteri ambientali (beni mobili)
Descrizione del bene Le ricerche archeologiche hanno portato alla luce due stipi votive costituite da ingenti quantità di reperti mobili quali frammenti ceramici di varie classi e tipologie, terrecotte votive, diskoi o oscilla fittili, busti femminili, figure muliebri stanti o in trono, ma anche reperti in metallo quali armi e attrezzi in ferro ed ogetti d’ornamento. Le stipi sarebbero da attribuire a divinità femminili legate al mondo ctonio come Demetra e Kore.
Apparato iconografico/decorativo
Iscrizioni/elementi di rilievo
Contesto di provenienza
Classificazione/repertorio/sistematica
Notizie storico-critiche
Data Rilevamento
Attore sociale/collettivo
Occasione
Periodicità
Data inizio
Data fine
Note
Materia/tecnica-materiale composito
Interesse culturale
Bibliografia/sitografia Mastronuzzi Giovanni, Repertorio dei contesti culturali indigeni in Italia Meridionale. 1. Età arcaica, Bari (2005), pp. 114 – 116., http://vincoliinrete.beniculturali.it/VincoliInRete/vir/bene/dettagliobene179493 (consultato il: 04/01/2023); Mastronuzzi Giovanni, Repertorio dei contesti culturali indigeni in Italia Meridionale. 1. Età arcaica, Bari (2005)pp. 114 – 116, https://rsdi.regione.basilicata.it/viewGis/?project=5FCEE499-0BEB-FA86-7561-43913D3D1B65, Lo Porto Felice Gino, Timmari. L’abitato, le necropoli, la stipe votiva, Roma (1991).
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Cripta del Peccato Originale

La Cripta è un cenobio rupestre benedettino del periodo longobardo (secc. VIII-IX) caratterizzato da ciclo pittorico post carolingio di scuola beneventana con influenze decorative orientali. L’architettura è formata da un ambiente unico, a pianta trapezoidale, con tre absidi rivolte ad est e un soffitto alto circa 3 metri, probabilmente ottenuta regolarizzando una preesistente cavità carsica. All’esterno si notano i segni di antiche tombe profanate da tempo.

Notizie storico-critiche

Tipo Scheda SCAN
Livello Catalogazione P
Codice Regione
Numero Catalogo Generale
Ambito di tutela MIC Architettonico o Paesaggistico
Categoria Generale BENI IMMOBILI
Settore Disciplinare Beni architettonici e paesaggistici
Tipo di Bene Culturale Architettura
Categoria Disciplinare ARCHITETTURA RELIGIOSA
Definizione del Bene cenobio
Tipologia/Altre specifiche rupestre
Denominazione/Titolo Cripta del Peccato Originale
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia MT
Comune Matera
Indirizzo
Denominazione contenitore fisico
Collezione
Coordinata x 16.56384071
Coordinata y 40.6201983
Riferimento Arco di tempo di realizzazione
Fascia cronologica/periodo VIII-IX
Da
Validità
A
Validità
Caratteri ambientali (beni mobili)
Descrizione del bene La Cripta è un cenobio rupestre benedettino del periodo longobardo (secc. VIII-IX) caratterizzato da ciclo pittorico post carolingio di scuola beneventana con influenze decorative orientali. L’architettura è formata da un ambiente unico, a pianta trapezoidale, con tre absidi rivolte ad est e un soffitto alto circa 3 metri, probabilmente ottenuta regolarizzando una preesistente cavità carsica. All’esterno si notano i segni di antiche tombe profanate da tempo.
Apparato iconografico/decorativo La parete meridionale è occupata per intero da un importante affresco con le scene tratte dall’Antico Testamento e più nello specifico dalla Genesi (1, 1-5): la Creazione della Luce, la Creazione della Tenebra, la Creazione di Adamo, la Creazione di Eva, l’Albero della Conoscenza e la Tentazione di Eva. Dall’analisi stilistica e visiva risulta la presenza di maestranze diverse:la creazione dei Progenitori è infatti di maggiore raffinatezza rispetto alle raffigurazioni delle tre absidi.
Iscrizioni/elementi di rilievo
Contesto di provenienza
Classificazione/repertorio/sistematica
Notizie storico-critiche
Data Rilevamento
Attore sociale/collettivo
Occasione
Periodicità
Data inizio
Data fine
Note
Materia/tecnica-materiale composito
Interesse culturale
Bibliografia/sitografia Domenico Ridola, La Grotta dei pipistrelli e la Grotta funeraria in Matera, Tipografia B. Conti, Matera 1912, p. 7.
Raffaello de Ruggieri in Gioia Bertelli, Marcello Mignozzi, La Grotta del Peccato originale a Matera, Adda Editore, Bari, 2013, p. 1.
Rosalba Demetrio, Matera. Forma et imago urbis, Barile Editore, (Collana Zetema) Irsina, 2014, p. 21.
, A. GRELLE IUSCO, Arte in Basilicata, De Luca Editore, 2001 (originariamente pubblicato nel 1981)
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