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Chiesa San Domenico

Notizie storico-critiche

Tipo Scheda SCAN
Livello Catalogazione I
Codice Regione
Numero Catalogo Generale
Ambito di tutela MIC Architettonico e Paesaggistico
Categoria Generale BENI IMMOBILI
Settore Disciplinare Beni architettonici e paesaggistici
Tipo di Bene Culturale Architettura
Categoria Disciplinare ARCHITETTURA RELIGIOSA
Definizione del Bene chiesa
Tipologia/Altre specifiche
Denominazione/Titolo Chiesa San Domenico
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia MT
Comune Matera
Indirizzo Piazza Vittorio Veneto, 21
Denominazione contenitore fisico
Collezione
Coordinata x 16.606657
Coordinata y 40.667206
Riferimento costruzione
Fascia cronologica/periodo XIII
Da
Validità
A
Validità
Caratteri ambientali (beni mobili)
Descrizione del bene
Apparato iconografico/decorativo
Iscrizioni/elementi di rilievo
Contesto di provenienza
Classificazione/repertorio/sistematica
Notizie storico-critiche
Data Rilevamento
Attore sociale/collettivo
Occasione
Periodicità
Data inizio
Data fine
Note
Materia/tecnica-materiale composito
Interesse culturale
Bibliografia/sitografia
Scheda SCAN
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Torre Normanna (denominazione attribuita)

Il torrione quadrangolare si sviluppa su tre livelli e misura in pianta circa 10,5m. x 10,3m. Realizzato con pietre di conglomerato di diversa natura e di misura variabile, presenta una tessitura irregolare; grossi conci in pietra regolari e squadrati sono posti come cantonali. Nella parte sommitale è stato realizzato in laterizio un colombaio. La sagoma delle aperture è delineata da elementi in laterizio. Sul prospetto est è possibile osservare una apertura più volte modificata e poi murata. Fori pontai sono presenti su tutte le facciate. La distribuzione interna degli spazi è totalmente alterata a seguito della realizzazione di una cisterna idrica. A più di 4 metri dal suolo, sul lato Est, il probabile ingresso originario alla struttura, in parte murato.

Notizie storico-critiche

Tipo Scheda SCAN
Livello Catalogazione P
Codice Regione
Numero Catalogo Generale
Ambito di tutela MIC Architettonico e Paesaggistico
Categoria Generale BENI IMMOBILI
Settore Disciplinare Beni architettonici e paesaggistici
Tipo di Bene Culturale Architettura
Categoria Disciplinare ARCHITETTURA MILITARE E FORTIFICATA
Definizione del Bene torre
Tipologia/Altre specifiche difensiva
Denominazione/Titolo Torre Normanna (denominazione attribuita)
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia MT
Comune Craco
Indirizzo
Denominazione contenitore fisico
Collezione
Coordinata x 16.440376872
Coordinata y 40.378327620
Riferimento
Fascia cronologica/periodo XI – XIII
Da
Validità
A
Validità
Caratteri ambientali (beni mobili) Da un punto di vista climatico, la temperatura media annua dell’area oscilla intorno ai 14,3°C. Gennaio è il mese più freddo, con una temperatura media di 7,4°C; agosto è il mese più caldo, con una temperatura media di 25,5°C. La piovosità media annua è di 513,9 mm. Il regime pluviometrico è subequinoziale, quasi mediterraneo, con un valore massimo assoluto di 66,7 mm a novembre, un valore relativo di 50,2 mm a marzo ed un valore minimo di 14,6 mm a luglio. Nell’area di Craco, caratterizzata da colture estensive, sono diffusi i campi subnitrofili mediterranei a Lygeum Spartii L., specie tipica dell’ambiente mediterraneo e delle steppe erbacee dell’alta macchia mediterranea. Sono presenti anche estese aree argillose caratterizzate da un’erosione accelerata (calanchi). Nei calanchi la vegetazione è caratterizzata da specie a fioritura primaverile o autunnale, con una fase di riposo estiva. I calanchi favoriscono anche la crescita di un gran numero di specie erbacee, arbustive o arboree. Numerose sono anche le specie animali come il riccio, la martora, la donnola, la volpe, la lepre e diverse specie di mustelidi. Le aree calanchive rappresentano un luogo ideale di sosta e riproduzione anche per numerose specie di uccelli, come passeri e rapaci, tanto da essere riconosciute a livello europeo come I.B.A. (Important Bird and Biodiversity Area). Da un punto di vista geologico, Craco vecchia sorge a 390 m s.l.m su una dorsale dove nella parte più alta, (nucleo più antico dell’ex-abitato), affiorano conglomerati pliocenici verticalizzati da retroscorrimenti. Nella parte mediobassa del versante sud-occidentale della dorsale (parte più recente del vecchio abitato), affiorano invece le Argille Varicolori caratterizzate da scadenti proprietà geotecniche nelle quali si sono sviluppati i movimenti franosi che hanno storicamente interessato il sito e che
hanno determinato l’abbandono del vecchio abitato a partire dagli anni Sessanta dello scorso secolo.
Descrizione del bene Il torrione quadrangolare si sviluppa su tre livelli e misura in pianta circa 10,5m. x 10,3m. Realizzato con pietre di conglomerato di diversa natura e di misura variabile, presenta una tessitura irregolare; grossi conci in pietra regolari e squadrati sono posti come cantonali. Nella parte sommitale è stato realizzato in laterizio un colombaio. La sagoma delle aperture è delineata da elementi in laterizio. Sul prospetto est è possibile osservare una apertura più volte modificata e poi murata. Fori pontai sono presenti su tutte le facciate. La distribuzione interna degli spazi è totalmente alterata a seguito della realizzazione di una cisterna idrica. A più di 4 metri dal suolo, sul lato Est, il probabile ingresso originario alla struttura, in parte murato.
Apparato iconografico/decorativo
Iscrizioni/elementi di rilievo
Contesto di provenienza
Classificazione/repertorio/sistematica
Notizie storico-critiche
Data Rilevamento
Attore sociale/collettivo
Occasione
Periodicità
Data inizio
Data fine
Note
Materia/tecnica-materiale composito
Interesse culturale
Bibliografia/sitografia D. D’Angella, Note storiche sul Comune di Craco, Pisticci 1986, Manfredi F., L’antico centro di Craco. Indagini per la lettura dell’evoluzione storico-urbanistica, 2005 (inedito), F. Angelucci, F. Domenici, S. Ricci, Prime acquisizioni sull’abitato e la torre normanna di Craco (Matera), in Case e torri medievali IV, Acquapendente (VT) 2014, Lafratta B., scheda in Insediamenti francescani in Basilicata – Un repertorio per la conoscenza, tutela e conservazione, Vol. II, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Matera, Basilicata Editrice, 1988, pp. 61-62
https://patrimonioculturale.regione.basilicata.it/rbc/form.jsp?bene=27&sec=5, de Cadilhac R. (Politecnico di Bari), Catella M. A. 2020, Craco, a Medieval Village. The “Re-invention of Places” Throughout new Forms of Anthropization and Museum Display, Un paese ci vuole, Studi e prospettive per i centri abbandonati e in via di spopolamento, In a cura di Annunziata Maria Oteri, Giuseppina Scamardì, ArcHistoR EXTRA 7 (2020), ISSN 2384-8898 Supplemento di ArcHistoR 13/2020 ISBN 978-88-85479-09-8 DOI: 10.14633/AHR266 , Vincoli in Rete http://vincoliinrete.beniculturali.it/VincoliInRete/vir/bene/listabeni
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Cripta del Peccato Originale

La Cripta è un cenobio rupestre benedettino del periodo longobardo (secc. VIII-IX) caratterizzato da ciclo pittorico post carolingio di scuola beneventana con influenze decorative orientali. L’architettura è formata da un ambiente unico, a pianta trapezoidale, con tre absidi rivolte ad est e un soffitto alto circa 3 metri, probabilmente ottenuta regolarizzando una preesistente cavità carsica. All’esterno si notano i segni di antiche tombe profanate da tempo.

Notizie storico-critiche

Tipo Scheda SCAN
Livello Catalogazione P
Codice Regione
Numero Catalogo Generale
Ambito di tutela MIC Architettonico o Paesaggistico
Categoria Generale BENI IMMOBILI
Settore Disciplinare Beni architettonici e paesaggistici
Tipo di Bene Culturale Architettura
Categoria Disciplinare ARCHITETTURA RELIGIOSA
Definizione del Bene cenobio
Tipologia/Altre specifiche rupestre
Denominazione/Titolo Cripta del Peccato Originale
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia MT
Comune Matera
Indirizzo
Denominazione contenitore fisico
Collezione
Coordinata x 16.56384071
Coordinata y 40.6201983
Riferimento Arco di tempo di realizzazione
Fascia cronologica/periodo VIII-IX
Da
Validità
A
Validità
Caratteri ambientali (beni mobili)
Descrizione del bene La Cripta è un cenobio rupestre benedettino del periodo longobardo (secc. VIII-IX) caratterizzato da ciclo pittorico post carolingio di scuola beneventana con influenze decorative orientali. L’architettura è formata da un ambiente unico, a pianta trapezoidale, con tre absidi rivolte ad est e un soffitto alto circa 3 metri, probabilmente ottenuta regolarizzando una preesistente cavità carsica. All’esterno si notano i segni di antiche tombe profanate da tempo.
Apparato iconografico/decorativo La parete meridionale è occupata per intero da un importante affresco con le scene tratte dall’Antico Testamento e più nello specifico dalla Genesi (1, 1-5): la Creazione della Luce, la Creazione della Tenebra, la Creazione di Adamo, la Creazione di Eva, l’Albero della Conoscenza e la Tentazione di Eva. Dall’analisi stilistica e visiva risulta la presenza di maestranze diverse:la creazione dei Progenitori è infatti di maggiore raffinatezza rispetto alle raffigurazioni delle tre absidi.
Iscrizioni/elementi di rilievo
Contesto di provenienza
Classificazione/repertorio/sistematica
Notizie storico-critiche
Data Rilevamento
Attore sociale/collettivo
Occasione
Periodicità
Data inizio
Data fine
Note
Materia/tecnica-materiale composito
Interesse culturale
Bibliografia/sitografia Domenico Ridola, La Grotta dei pipistrelli e la Grotta funeraria in Matera, Tipografia B. Conti, Matera 1912, p. 7.
Raffaello de Ruggieri in Gioia Bertelli, Marcello Mignozzi, La Grotta del Peccato originale a Matera, Adda Editore, Bari, 2013, p. 1.
Rosalba Demetrio, Matera. Forma et imago urbis, Barile Editore, (Collana Zetema) Irsina, 2014, p. 21.
, A. GRELLE IUSCO, Arte in Basilicata, De Luca Editore, 2001 (originariamente pubblicato nel 1981)
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Chiesa di San Salvatore

La chiesa presenta una struttura distintiva con pareti in tufo e pietra a vista. Il tetto è a due falde con copertura in Coppi. L’interno è caratterizzato da pareti in tufo a vista e un pavimento in cotto antico. Questa chiesa è a navata singola e ospita affreschi del Settecento. Nell’abside si trova un affresco raffigurante Cristo tra la Vergine Maria a sinistra e San Giovanni Battista a destra. Sebbene lo stile artistico non sia di derivazione bizantina, l’iconografia dei Santi rappresentati richiama il concetto greco di “Deesis”, che è diffuso in Oriente. Sul pilastro a sinistra del presbiterio si trova un affresco raffigurante l’Arcangelo Raffaele con Tobia, mentre sul lato destro è rappresentata l’immagine di un vescovo, accanto a un passaggio che conduce alla sacrestia. All’interno della chiesa, spicca una passerella in mattoni decorati che si estende fino all’altare.Esternamente, la chiesa è costruita in muratura portante e pietra locale, comunemente chiamata tufo, a vista, con un tetto a doppia falda. Sulla porta d’ingresso, restaurata dal professore Massimo Bertolini, è presente una finestra a forma di croce e un campanile. La croce segue uno stile greco, suggerendo una possibile connessione con gli Ordini Templari, poiché Matera ospita diversi luoghi di culto associati a questi ordini.

Notizie storico-critiche

Nel XI secolo sorgeva un monastero chiamato San Nicola de Timaris, che nel 1310 fu trasformato in un monastero benedettino dedicato al Santissimo Salvatore. Dopo l’abbandono dei monaci benedettini, l’unica struttura ancora rimasta è la chiesa, insieme a un locale dismesso e a una torre campanaria con feritoia. Per evitare che la chiesa cadesse in rovina, l’Arcivescovo di Acerenza e Matera, monsignor Lanfreschi, nel XVIII secolo affidò alla Confraternità del Confalone il compito di gestirla e abbellirla, chiamando sacerdoti per celebrare messe solenni. Nel 1754 fu restaurata la facciata esterna, dotandola di un arco a sesto acuto e aggiungendo un campanile a vela.

Tipo Scheda SCAN
Livello Catalogazione P
Codice Regione
Numero Catalogo Generale
Ambito di tutela MIC Architettonico o Paesaggistico
Categoria Generale BENI IMMOBILI
Settore Disciplinare Beni architettonici e paesaggistici
Tipo di Bene Culturale Architettura
Categoria Disciplinare ARCHITETTURA RELIGIOSA
Definizione del Bene chiesa
Tipologia/Altre specifiche
Denominazione/Titolo Chiesa di San Salvatore
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia MT
Comune Matera
Indirizzo Matera – Località Timmari C.da Timmari
Denominazione contenitore fisico
Collezione
Coordinata x 16.490757
Coordinata y 40.656574
Riferimento
Fascia cronologica/periodo XIV
Da
Validità
A
Validità
Caratteri ambientali (beni mobili) La città di Matera si è sviluppata nel corso dei millenni in continuità temporale e spaziale come forma di compromesso tra uomo e natura e l’aspetto attuale della città risulta da un processo insediativo lungo e complesso, che può essere analizzato a partire dai segni impressi sul paesaggio e dagli elementi che lo caratterizzano. La morfologia rupestre del sito ha reso possibile che diventasse un palinsesto straordinario di stratificazioni insediative già dal II millennio a.C. fino alla piena età medievale. Numerosi furono gli elementi che ne favorirono la frequentazione umana: la sua posizione strategica tra Mar Ionio e Mar Adriatico, il suo essere naturalmente difesa, la prossimità di sorgenti fluviali, la presenza di terreni fertili e adatti all’allevamento, nonché di grotte naturali, che si formarono dall’erosione meccanica e dalla corrosione della calcarenite plio-pleistocenica. Lo sviluppo dei Sassi è avvenuto sul versante destro della forra stretta e profonda del torrente Gravina, assecondando l’acclività del terreno, attraverso un sistema di gradinate multiple, integrando i terrazzi naturali con muraglioni a strapiombo sulla Gravina, con pareti verticali, parallele al ciglio della forra e subordinatamente all’asse dei due grabiglioni, due corsi d’acqua che furono regimentati nel corso degli anni ‘20 del 1900. Nel centro storico, nei pressi del Castello Tramontano e in Piazza San Francesco, le prime fasi di popolamento risalgono al Neolitico in un’area di leggera altura favorevole all’insediamento umano. Dal piccolo nucleo insediato sulle balze scoscese del colle Civita, Matera si è poi originata prevalentemente in epoca altomedievale con la costruzione delle fortificazioni; dal 1700-1800 ha subito, con l’espansione demografica, una forte regressione nelle condizioni di vita delle masse, costrette a occupare ogni cavità esistente e a convivere con le bestie, fino all’abbandono e all’attuale trasformazione di case ad uso residenziale in esercizi ricettivi.
Descrizione del bene La chiesa presenta una struttura distintiva con pareti in tufo e pietra a vista. Il tetto è a due falde con copertura in Coppi. L’interno è caratterizzato da pareti in tufo a vista e un pavimento in cotto antico. Questa chiesa è a navata singola e ospita affreschi del Settecento. Nell’abside si trova un affresco raffigurante Cristo tra la Vergine Maria a sinistra e San Giovanni Battista a destra. Sebbene lo stile artistico non sia di derivazione bizantina, l’iconografia dei Santi rappresentati richiama il concetto greco di “Deesis”, che è diffuso in Oriente. Sul pilastro a sinistra del presbiterio si trova un affresco raffigurante l’Arcangelo Raffaele con Tobia, mentre sul lato destro è rappresentata l’immagine di un vescovo, accanto a un passaggio che conduce alla sacrestia. All’interno della chiesa, spicca una passerella in mattoni decorati che si estende fino all’altare.Esternamente, la chiesa è costruita in muratura portante e pietra locale, comunemente chiamata tufo, a vista, con un tetto a doppia falda. Sulla porta d’ingresso, restaurata dal professore Massimo Bertolini, è presente una finestra a forma di croce e un campanile. La croce segue uno stile greco, suggerendo una possibile connessione con gli Ordini Templari, poiché Matera ospita diversi luoghi di culto associati a questi ordini.
Apparato iconografico/decorativo
Iscrizioni/elementi di rilievo
Contesto di provenienza
Classificazione/repertorio/sistematica
Notizie storico-critiche Nel XI secolo sorgeva un monastero chiamato San Nicola de Timaris, che nel 1310 fu trasformato in un monastero benedettino dedicato al Santissimo Salvatore. Dopo l’abbandono dei monaci benedettini, l’unica struttura ancora rimasta è la chiesa, insieme a un locale dismesso e a una torre campanaria con feritoia. Per evitare che la chiesa cadesse in rovina, l’Arcivescovo di Acerenza e Matera, monsignor Lanfreschi, nel XVIII secolo affidò alla Confraternità del Confalone il compito di gestirla e abbellirla, chiamando sacerdoti per celebrare messe solenni. Nel 1754 fu restaurata la facciata esterna, dotandola di un arco a sesto acuto e aggiungendo un campanile a vela.
Data Rilevamento
Attore sociale/collettivo
Occasione
Periodicità
Data inizio
Data fine
Note
Materia/tecnica-materiale composito
Interesse culturale bene di interessi culturare non verificato
Bibliografia/sitografia https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/70858/Chiesa+del+Santissimo+Salvatore+a+Timmari
Scheda SCAN
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Chiesa di San Nicola Vescovo – Craco

L’originario impianto planimetrico ad unica navata è stato successivamente ampliato con la costruzione delle due navate laterali. Quella di sinistra corrisponde al piano terra dell’adiacente Palazzo Grossi e si sviluppa longitudinalmente superando di circa 15 metri l’attuale parete di fondo della navata centrale (interessata dal crollo della parte terminale). A seguito del crollo della navata destra, esposta a sud, sono stati realizzati tre contrafforti di sostegno a favore della struttura divenuta instabile. Con tutta probabilità sono state contestualmente murate le aperture che mettevano in comunicazione navata centrale e navata laterale crollata; rimangono peraltro visibili alcune imposte delle arcate costituenti le volte della navata crollata. L’apparecchiatura muraria della facciata è costituita da bozze di pietra arenaria di dimensioni variabili, realizzata a corsi sub-orizzontali. Sono evidenti diverse tamponature, di alcune finestre ma anche del portale di ingresso, che risulta parzialmente murato e decentrato rispetto alla probabile configurazione del prospetto iniziale. La parete di fondo e quelle laterali sono state realizzate in muratura mista in pietra e laterizio. Sono presenti fori pontai su tutte le facciate attuali della chiesa e del campanile (maggiormente visibili sull’attuale prospetto sud e su quello ad est). Il campanile si articola su tre livelli e presenta aperture sulle facciate libere. Ci sono bifore sul prospetto sud; al terzo livello sono riportate colonne simil stile dorico. La copertura del campanile è ricoperta di maioliche. La navata centrale, la navata laterale e la cappella presentano pavimenti in graniglia di cemento mentre la sagrestia presenta pavimentazione in cotto.

Notizie storico-critiche

In aggiunta a quelli dovuti al processo di degrado per lo stato di abbandono dell’edificio, ulteriori e gravi danni sono stati generati dai numerosi atti di vandalismo e trafugamenti subiti nel tempo. Nel 2017 l’interno era ormai spoglio degli ornamenti e dei marmi decorativi (anche quelli del portale d’ingresso, ora ricollocati, e della cantoria). Nel 2011 la volta della campata dell’altare maggiore era parzialmente crollata; la pavimentazione era ricoperta dall’accumulo di calcinacci e guano. A seguito dell’ampliamento del XVI sec. la chiesa raggiunge dimensioni ragguardevoli, con tre navate di cinque campate con volta a crociera e due cappelle con cupola a destra e sinistra della campata dell’altare maggiore. La navata laterale a sud e le ultime due campate della navata centrale furono distrutte dal terremoto del 1857. Dopo il restauro del 1860 rimanevano solo le tre campate della navata centrale, la navata laterale a nord e il campanile a sud. Restaurata più volte negli ultimi secoli (in varie occasioni verificatesi soprattutto nei decenni poco prima, durante e dopo il XIX secolo), l’impianto più moderno risale alla metà del XVIII sec., periodo in cui furono costruite le cappelle laterali, conservate fino agli anni 70 del secolo scorso, ossia:
– cappella ed altare del SS. Sacramento (con sepoltura);
– cappella ed altare del SS. Crocifisso della Confraternita del Monte dei Morti, fondata nel 1683;
– cappella ed altare del SS Rosario, fondata verso la fine del secolo XVII;
– Cappella e altare della Santa Croce, fondati intorno al 1642;
– Cappella ed altare di San Giovanni Evangelista;
– Cappella e altare dell’Immacolata Concezione;
– Cappella ed altare di Sant’Antonio. Fondati alla fine del Seicento;
– Altare di San Leonardo;
– Cappella e altare della Beata Vergine Assunta.

Tipo Scheda SCAN
Livello Catalogazione P
Codice Regione
Numero Catalogo Generale
Ambito di tutela MIC Architettonico e Paesaggistico
Categoria Generale BENI IMMOBILI
Settore Disciplinare Beni architettonici e paesaggistici
Tipo di Bene Culturale Architettura
Categoria Disciplinare ARCHITETTURA RELIGIOSA
Definizione del Bene chiesa
Tipologia/Altre specifiche madre
Denominazione/Titolo Chiesa di San Nicola Vescovo – Craco
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia MT
Comune Craco
Indirizzo
Denominazione contenitore fisico
Collezione
Coordinata x 16.439942321
Coordinata y 40.377997404
Riferimento Arco di tempo di costruzione
Fascia cronologica/periodo Basso medioevo-Età moderna
Da
Validità
A
Validità
Caratteri ambientali (beni mobili) Da un punto di vista climatico, la temperatura media annua dell’area oscilla intorno ai 14,3°C. Gennaio è il mese più freddo, con una temperatura media di 7,4°C; agosto è il mese più caldo, con una temperatura media di 25,5°C. La piovosità media annua è di 513,9 mm. Il regime pluviometrico è subequinoziale, quasi mediterraneo, con un valore massimo assoluto di 66,7 mm a novembre, un valore relativo di 50,2 mm a marzo ed un valore minimo di 14,6 mm a luglio. Nell’area di Craco, caratterizzata da colture estensive, sono diffusi i campi subnitrofili mediterranei a Lygeum Spartii L., specie tipica dell’ambiente mediterraneo e delle steppe erbacee dell’alta macchia mediterranea. Sono presenti anche estese aree argillose caratterizzate da un’erosione accelerata (calanchi). Nei calanchi la vegetazione è caratterizzata da specie a fioritura primaverile o autunnale, con una fase di riposo estiva. I calanchi favoriscono anche la crescita di un gran numero di specie erbacee, arbustive o arboree. Numerose sono anche le specie animali come il riccio, la martora, la donnola, la volpe, la lepre e diverse specie di mustelidi. Le aree calanchive rappresentano un luogo ideale di sosta e riproduzione anche per numerose specie di uccelli, come passeri e rapaci, tanto da essere riconosciute a livello europeo come I.B.A. (Important Bird and Biodiversity Area). Da un punto di vista geologico, Craco vecchia sorge a 390 m s.l.m su una dorsale dove nella parte più alta, (nucleo più antico dell’ex-abitato), affiorano conglomerati pliocenici verticalizzati da retroscorrimenti. Nella parte medio-bassa del versante sud-occidentale della dorsale (parte più recente del vecchio abitato), affiorano invece le Argille Varicolori caratterizzate da scadenti proprietà geotecniche nelle quali si sono sviluppati i movimenti franosi che hanno storicamente interessato il sito e che hanno determinato l’abbandono del vecchio abitato a partire dagli anni Sessanta dello scorso secolo.
Descrizione del bene L’originario impianto planimetrico ad unica navata è stato successivamente ampliato con la costruzione delle due navate laterali. Quella di sinistra corrisponde al piano terra dell’adiacente Palazzo Grossi e si sviluppa longitudinalmente superando di circa 15 metri l’attuale parete di fondo della navata centrale (interessata dal crollo della parte terminale). A seguito del crollo della navata destra, esposta a sud, sono stati realizzati tre contrafforti di sostegno a favore della struttura divenuta instabile. Con tutta probabilità sono state contestualmente murate le aperture che mettevano in comunicazione navata centrale e navata laterale crollata; rimangono peraltro visibili alcune imposte delle arcate costituenti le volte della navata crollata. L’apparecchiatura muraria della facciata è costituita da bozze di pietra arenaria di dimensioni variabili, realizzata a corsi sub-orizzontali. Sono evidenti diverse tamponature, di alcune finestre ma anche del portale di ingresso, che risulta parzialmente murato e decentrato rispetto alla probabile configurazione del prospetto iniziale. La parete di fondo e quelle laterali sono state realizzate in muratura mista in pietra e laterizio. Sono presenti fori pontai su tutte le facciate attuali della chiesa e del campanile (maggiormente visibili sull’attuale prospetto sud e su quello ad est). Il campanile si articola su tre livelli e presenta aperture sulle facciate libere. Ci sono bifore sul prospetto sud; al terzo livello sono riportate colonne simil stile dorico. La copertura del campanile è ricoperta di maioliche. La navata centrale, la navata laterale e la cappella presentano pavimenti in graniglia di cemento mentre la sagrestia presenta pavimentazione in cotto.
Apparato iconografico/decorativo
Iscrizioni/elementi di rilievo Mostra di portale della seconda metà del XVIII secolo – si veda scheda OA ICCD 00133964; portale in legno della seconda metà del XVIII – si veda scheda OA ICCD 00133965
Contesto di provenienza
Classificazione/repertorio/sistematica
Notizie storico-critiche In aggiunta a quelli dovuti al processo di degrado per lo stato di abbandono dell’edificio, ulteriori e gravi danni sono stati generati dai numerosi atti di vandalismo e trafugamenti subiti nel tempo. Nel 2017 l’interno era ormai spoglio degli ornamenti e dei marmi decorativi (anche quelli del portale d’ingresso, ora ricollocati, e della cantoria). Nel 2011 la volta della campata dell’altare maggiore era parzialmente crollata; la pavimentazione era ricoperta dall’accumulo di calcinacci e guano. A seguito dell’ampliamento del XVI sec. la chiesa raggiunge dimensioni ragguardevoli, con tre navate di cinque campate con volta a crociera e due cappelle con cupola a destra e sinistra della campata dell’altare maggiore. La navata laterale a sud e le ultime due campate della navata centrale furono distrutte dal terremoto del 1857. Dopo il restauro del 1860 rimanevano solo le tre campate della navata centrale, la navata laterale a nord e il campanile a sud. Restaurata più volte negli ultimi secoli (in varie occasioni verificatesi soprattutto nei decenni poco prima, durante e dopo il XIX secolo), l’impianto più moderno risale alla metà del XVIII sec., periodo in cui furono costruite le cappelle laterali, conservate fino agli anni 70 del secolo scorso, ossia:
– cappella ed altare del SS. Sacramento (con sepoltura);
– cappella ed altare del SS. Crocifisso della Confraternita del Monte dei Morti, fondata nel 1683;
– cappella ed altare del SS Rosario, fondata verso la fine del secolo XVII;
– Cappella e altare della Santa Croce, fondati intorno al 1642;
– Cappella ed altare di San Giovanni Evangelista;
– Cappella e altare dell’Immacolata Concezione;
– Cappella ed altare di Sant’Antonio. Fondati alla fine del Seicento;
– Altare di San Leonardo;
– Cappella e altare della Beata Vergine Assunta.
Data Rilevamento
Attore sociale/collettivo
Occasione
Periodicità
Data inizio
Data fine
Note
Materia/tecnica-materiale composito
Interesse culturale
Bibliografia/sitografia Lafratta B., scheda in Insediamenti francescani in Basilicata – Un repertorio per la conoscenza, tutela e conservazione, Vol. II, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Matera, Basilicata Editrice, 1988, Calitro, C. R., & Catella, M. A. (2017). Craco, il paesaggio come Heimat. IN_BO. Ricerche E Progetti Per Il Territorio, La Città E l’architettura, 8(11), 500–515. https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/6474 , D. D’Angella, Note storiche sul Comune di Craco, Pisticci 1986, Rescio P. 1998, Storia e architettura di Craco, in Basilicata Regione notizie: agenzia settimanale di informazione, v.11, n.3 pp. 93-96.
Scheda SCAN
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Palazzo Grossi – Craco

Il complesso architettonico di Palazzo Grossi è realizzato in adiacenza alla chiesa madre e si sviluppa su più livelli con un impianto a corte, intorno allo slargo antistante la chiesa. Realizzato in muratura mista di bozze di arenaria e mattoni, come ben evidente in corrispondenza delle lacune dell’intonaco, presenta interventi di tamponatura in corrispondenza di alcune aperture; fori pontai sono presenti su tutte le facciate della corte. Si possono osservare cornici sagomate lungo il perimetro interno della corte e gattoni lapidei con ruolo di mensola a sorreggere la maggior parte dei balconi. Presenza di tiranti di consolidamento come testimoniato dai capochiave rilevabili sul prospetto ovest. Sulla facciata sud invece è visibile la superfetazione aggiunta ad uso servizio igienico.

Notizie storico-critiche

Tipo Scheda SCAN
Livello Catalogazione P
Codice Regione
Numero Catalogo Generale
Ambito di tutela MIC Architettonico e Paesaggistico
Categoria Generale BENI IMMOBILI
Settore Disciplinare Beni architettonici e paesaggistici
Tipo di Bene Culturale Architettura
Categoria Disciplinare ARCHITETTURA RESIDENZIALE
Definizione del Bene palazzo
Tipologia/Altre specifiche
Denominazione/Titolo Palazzo Grossi – Craco
Stato Italia
Regione Basilicata
Provincia MT
Comune Craco
Indirizzo
Denominazione contenitore fisico
Collezione
Coordinata x 16.439858870
Coordinata y 40.378140440
Riferimento arco di tempo di costruzione
Fascia cronologica/periodo XVIII
Da
Validità
A
Validità
Caratteri ambientali (beni mobili) Da un punto di vista climatico, la temperatura media annua dell’area oscilla intorno ai 14,3°C. Gennaio è il mese più freddo, con una temperatura media di 7,4°C; agosto è il mese più caldo, con una temperatura media di 25,5°C. La piovosità media annua è di 513,9 mm. Il regime pluviometrico è subequinoziale, quasi mediterraneo, con un valore massimo assoluto di 66,7 mm a novembre, un valore relativo di 50,2 mm a marzo ed un valore minimo di 14,6 mm a luglio. Nell’area di Craco, caratterizzata da colture estensive, sono diffusi i campi subnitrofili mediterranei a Lygeum Spartii L., specie tipica dell’ambiente mediterraneo e delle steppe erbacee dell’alta macchia mediterranea. Sono presenti anche estese aree argillose caratterizzate da un’erosione accelerata (calanchi). Nei calanchi la vegetazione è caratterizzata da specie a fioritura primaverile o autunnale, con una fase di riposo estiva. I calanchi favoriscono anche la crescita di un gran numero di specie erbacee, arbustive o arboree. Numerose sono anche le specie animali come il riccio, la martora, la donnola, la volpe, la lepre e diverse specie di mustelidi. Le aree calanchive rappresentano un luogo ideale di sosta e riproduzione anche per numerose specie di uccelli, come passeri e rapaci, tanto da essere riconosciute a livello europeo come I.B.A. (Important Bird and Biodiversity Area). Da un punto di vista geologico, Craco vecchia sorge a 390 m s.l.m su una dorsale dove nella parte più alta, (nucleo più antico dell’ex-abitato), affiorano conglomerati pliocenici verticalizzati da retroscorrimenti. Nella parte mediobassa del versante sud-occidentale della dorsale (parte più recente del vecchio abitato), affiorano invece le Argille Varicolori caratterizzate da scadenti proprietà geotecniche nelle quali si sono sviluppati i movimenti franosi che hanno storicamente interessato il sito e che hanno determinato l’abbandono del vecchio abitato a partire dagli anni Sessanta dello scorso secolo.
Descrizione del bene Il complesso architettonico di Palazzo Grossi è realizzato in adiacenza alla chiesa madre e si sviluppa su più livelli con un impianto a corte, intorno allo slargo antistante la chiesa. Realizzato in muratura mista di bozze di arenaria e mattoni, come ben evidente in corrispondenza delle lacune dell’intonaco, presenta interventi di tamponatura in corrispondenza di alcune aperture; fori pontai sono presenti su tutte le facciate della corte. Si possono osservare cornici sagomate lungo il perimetro interno della corte e gattoni lapidei con ruolo di mensola a sorreggere la maggior parte dei balconi. Presenza di tiranti di consolidamento come testimoniato dai capochiave rilevabili sul prospetto ovest. Sulla facciata sud invece è visibile la superfetazione aggiunta ad uso servizio igienico.
Apparato iconografico/decorativo
Iscrizioni/elementi di rilievo
Contesto di provenienza
Classificazione/repertorio/sistematica
Notizie storico-critiche
Data Rilevamento
Attore sociale/collettivo
Occasione
Periodicità
Data inizio
Data fine
Note
Materia/tecnica-materiale composito
Interesse culturale bene di interessi culturare non verificato
Bibliografia/sitografia F. Angelucci, F. Domenici, S. Ricci, Prime acquisizioni sull’abitato e la torre normanna di Craco (Matera), in Case e torri medievali IV, Acquapendente (VT) 2014, Rescio P. 1998, Storia e architettura di Craco, in Basilicata Regione notizie: agenzia settimanale di informazione, v.11, n.3 pp. 93-96., Lafratta B., scheda in Insediamenti francescani in Basilicata – Un repertorio per la conoscenza, tutela e conservazione, Vol. II, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Matera, Basilicata Editrice, 1988, pp. 61-62
https://patrimonioculturale.regione.basilicata.it/rbc/form.jsp?bene=27&sec=5
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